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Killer dei gatti di Perugia, la Cassazione conferma la condanna. Enpa: è pericoloso serve ordinanza di interdizione

20/02/2020

Ha scuoiato e ucciso un gatto nero, un cucciolo, per poi abbandonare il corpicino davanti l’ingresso di una scuola media di Perugia. Ieri la Corte di Cassazione ha confermato la sentenza di Appello dell’imputato condannandolo definitivamente al pagamento delle spese alle parti civili, tra cui Enpa. Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa: “bene la condanna ma il soggetto è pericoloso e temiamo fortemente possa tornare ad uccidere. Chiediamo al Sindaco di Perugia di emettere da subito un’Ordinanza di divieto di detenzione di animali a carico del condannato”.
Si è chiuso così un lungo capitolo giudiziario, iniziato con un terribile atto di violenza nel 2014 quando un gatto torturato e ucciso è stato ritrovato davanti ad una scuola di Perugia. I Carabinieri hanno avviato un’indagine arrivando ad identificare un uomo che all’epoca aveva 23 anni. L’Enpa si è costituita parte civile e ha seguito da vicino ogni fase di questa delicata vicenda processuale.La sentenza di primo grado ha assolto l’imputato dal reato di uccisione di animali. In un garage occupato abusivamente dall’uomo le Forze dell’Ordine hanno scoperto un vero luogo degli orrori, ritrovando anche strumenti di tortura: una ghigliottina, strumenti per immobilizzare egli animali, siringhe, attrezzi da chirurgo con cui effettuava le mutilazioni, uncini, martelli e quattro maschere fatte con teste di gatto, zampe conservate in vasetti e interiora. La Procura di Perugia ha quindi impugnato la sentenza nella parte in cui assolveva l’imputato dall’uccisione di animali e la Corte d’Appello di Perugia ha dichiarato l’imputato colpevole del reato di uccisone di animale condannandolo a 4 mesi di reclusione e al pagamento delle spese alle parti civili. L’imputato ha quindi proposto ricorso in Cassazione che lo ha respinto e condannando il killer dei gatti al pagamento delle spese in favore delle parti civile.
“Siamo soddisfatti della decisione della Corte di Cassazione – afferma Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa – che ha finalmente messo un punto ad una terribile storia di violenza e crudeltà. Rimane la consapevolezza della necessità di pene più severe ed efficaci per coloro che maltrattano e uccidono animali. Siamo inoltre molto preoccupati che il condannato possa tornare ad uccidere e per questo chiediamo al Sindaco di Perugia, di emettere un’Ordinanza di divieto di detenzione di animali nei confronti del condannato. Confidiamo che le istituzioni faranno il massimo in termini di prevenzione e repressione”.
“E’ indispensabile nei reati a danno di animali – afferma Claudia Ricci, avvocato Enpa – indagare sempre la pericolosità sociale dell’imputato, poiché spesso vi è, purtroppo, un filo neanche troppo sottile, che lega la crudeltà verso gli animali a quella verso le persona”.

 


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