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In Sardegna Carabinieri-Forestali Cites sequestrano ocelot in zoo privato non autorizzato, ce ne sarebbero stati 9

28/11/2018

Un Ocelot (Felis pardalis) in uno zoo privato a Dorgali (Nuoro), nella Barbagia, chiuso nelle gabbie di una struttura non autorizzata e in modo non idoneo. Lo hanno salvato i Carabinieri Forestali del servizio Cites (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione). I Carabinieri Forestali lo hanno sequestrato denunciando per la detenzione del raro feline due persone residenti a Dorgali. Dalle informazioni raccolte dagli agenti, pero’, la struttura “ne deteneva nove, ma ne e’ stato trovato uno
solo”, precisano i Carabinieri Forestali.
Ora al salvo in una struttura adeguata, in provincia di Roma, il raro esemplare di Felis pardalis, meglio conosciuto con il nome di Ocelot, da ‘ocelotl’ un termine che per gli aztechi definiva genericamente il giaguaro, figura molto presente nella iconografia precolombiana, gattopardo in italiano. La sua pelliccia, ambita nel periodo tra gli anni 60 e 80 nel mondodella moda e del jet-set ricorda quella del leopardo ma le sue dimensioni sono piu’ ridotte.
L’Ocelot, molto utilizzato anche nelle collezioni zoologiche e animale da compagnia e’ stato sequestrato perche’ detenuto in condizioni etologicamente non compatibili per la sua specie (art.727 del c.P.) e privo della documentazione che ne comprovasse la legale acquisizione ai sensi della convenzione di
Washington-Cites (l.150 del 7.2.1992 e smi).
L’esemplare come detto e’ stato trasferito da personale specialistico dei carabinieri cites nel centro di recupero in provincia di Roma, dove verra’ messo in spazi piu’ idonei in attesa di incontrare una femmina, magari proveniente da una analoga storia di sequestro.


Categorie: Varie

Governo eserciti delega per superare utilizzo animali negli spettacoli. Una anacronistica sofferenza estranea alla nostra sensibilità

28/11/2018

“Non si lasci cadere il principio del superamento dell’utilizzo degli animali nelle attività circensi e di spettacolo viaggiante”. Lo chiede l’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, che sollecita il governo ad esercitare la delega in materia entro il termine previsto dalla legge 175/2017, il 27 dicembre 2018, oppure a rinviare la scadenza con il prossimo decreto “milleproroghe” o un provvedimento con lo stesso effetto.
“La delega – si legge nel testo della lettera predisposta dalla presidente dell’Intergruppo, on. Michela Vittoria Brambilla, e ancora alla firma dei parlamentari – contiene un principio di civiltà ormai affermato in molti Paesi europei ed extraeuropei: il superamento dell’utilizzo degli animali nelle attività circensi e negli spettacoli viaggianti, che a nostro avviso è vitale non lasciar cadere. Il circo con animali è uno spettacolo anacronistico e avvilente, che snatura la natura, impone a leoni, tigri, giraffe etc sofferenze inutili e offende la sensibilità dell’opinione pubblica”.
“Perciò – conclude il testo – ci auguriamo, pur consapevoli della complessità della materia e dei tempi tecnici richiesti dalla concertazione, che la delega per disciplinare il superamento di questa grave forma di sfruttamento sia esercitata entro la scadenza indicata dalla legge, il 27 dicembre prossimo. In alternativa, chiediamo che il termine per l’esercizio della delega sia opportunamente differito nel prossimo decreto “milleproroghe”, o in altro provvedimento di eguale forza, in modo da difendere, contro qualsiasi lobby o interesse particolare, il principio del superamento del circo con animali sancito l’anno scorso dal voto del Parlamento”.
Il circo con animali – ricorda l’on. Brambilla a nome dei colleghi dell’Intergruppo – è semplicemente una vergogna, una forma di spettacolo ottocentesca, che ripugna alla sensibilità della maggioranza degli italiani e perpetua forme inaccettabili di sofferenza e un modello di grottesca sottomissione dell’animale all’uomo ormai estraneo alla nostra società”.


Categorie: Animali e Cultura, Varie

Amate il vostro cane come un figlio? La scienza vi spiega perchè

28/11/2018

Amare un animale come un figlio. Le persone, su questo argomento, sono classificate in tre gruppi: coloro che amano i loro animali domestici e li vedono come un membro della propria famiglia. Coloro che li nutrono e li vedono come dei guardiani, ma non passano il tempo con loro e non gli danno affetto. E infine quelli che semplicemente non gradiscono la loro compagnia.
Alcune persone credono che sia ridicolo trattare gli animali come se fossero parte della famiglia o dare loro affetto, amarli e preoccuparsi per la loro salute. Pensano che queste azioni siano esagerate e che degli animali domestici non meritino tanto, forse perché li vedono semplicemente come animali che hanno una funzione, e niente di più. Al contrario però, loro meritano di essere visti come parte della famiglia e di essere trattati con amore e rispetto, i cani hanno bisogno di vederti come un leader e in fin dei conti non sono tanto diversi dai bambini. Certo che possono esistere gerarchie e differenze, ma qui spiegheremo perché arriviamo ad amarli cosi tanto e a trattarli come dei membri della famiglia.
Il dipartimento di scienza animale e biotecnologia dell’università di Azabu, in Giappone, afferma che il cervello non differenzia il tipo di oxitocina (ormone dell’amore che appare durante una relazione sociale affettiva) che viene liberato per ogni individuo, quindi può succede che ad interagire con un cane il cervello liberi l’oxitocina in modo involontario. Secondo gli scienziati Giapponesi non c’è differenza tra l’oxitocina liberata con i bambini e quella che viene liberata con i nostri amici a 4 zampe.
Il vincolo che si crea con il proprio cane avviene tramite lo sguardo ed è in quel momento che il cervello libera la sostanza. Il modo in cui lo guardiamo, gli parliamo, lo accarezziamo o ci prendiamo cura di lui, lo fa sentire come un membro della famiglia. Allo stesso tempo anche lui ci rende parte della sua vita e attraverso il suo sguardo ce lo fa sapere, è il suo modo di comunicare con noi. A quel punto è riuscito a conquistare il nostro cuore e noi senza neanche rendercene conto cominciamo a vederlo come un essere che amiamo, un’essere importante che ci da allegria, più che un amico un compagno di vita. Poi finiamo con percepirlo come un essere innocente ed indifeso, un essere che ci ispira protezione ed ecco che cominciamo a vederlo come un figlio. Nel caso in cui non si hanno figli, l’attaccamento è ancora più intenso.

Il miglior modo di trasmettergli il nostro amore, è lo sguardo, come abbiamo detto prima, lo sguardo è il loro modo che usa per comunicare con noi e sempre con lo sguardo è possibile rafforzare la fiducia del nostro cane. Ma c’è da tenere in conto che non tutti i cani ci guarderanno per comunicare, alcuni lo faranno per sfidarci o saranno sulla difensiva, quindi è bene ricordare che non tutti i cani ricevono l’amore e le cure di cui hanno bisogno, e il loro modo di comportarsi dipende molto da questo.
Il cervello, attraverso segregazioni, determina i rapporti affettivi nello stesso modo sia con le persone che con gli animali, è cosi che si spiega scientificamente come mai gridiamo ai 4 venti quanto amiamo il nostro cane. (ognigiornomagazine.com)


Categorie: Curiosità

#CURIAMOLITUTTI, 8-16 dicembre primo Banco Farmaceutico Veterinario della LAV per aiutare i proprietari indigenti di animali bisognosi di cure (video)

27/11/2018

Prendersi cura di un animale è una cosa bellissima, ma alle volte può diventare molto difficile. Un farmaco veterinario può infatti costare anche dieci volte di più del suo equivalente per uso umano. Anche se il principio attivo è lo stesso. Nessun animale deve restare senza cure. Per questo la LAV haorganizzato il primo Banco Farmaceutico veterinario d’Italia.
Grazie al primo Banco Farmaceutico Veterinario d’Italia tutti possono offrire un aiuto immediato agli animali bisognosi di cure. Come funziona? Si possono donare farmaci veterinari che non si usano più, acquistarne di nuovi o fare una donazione che permetterà di comprarne altri. Tutti i medicinali raccolti saranno devoluti a rifugi, gattili, gestori di colonie feline e a persone bisognose della propria città.
La LAV vuole che a tutti gli animali sia garantito il diritto alla salute. Per questo, con la sua Proposta di Legge la LAV chiede a Governo e Parlamento di abbassare il costo dei farmaci veterinari, ma anche l’IVA su cibo e cure per animali – che oggi è al 22%, come per i beni di lusso – e una maggiore possibilità di detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi sulle spese veterinarie.
Dall’8 al 16 dicembre la LAV, con i suoi volontari delle sedi locali di tutta Italia, sarà presenti con neipunti di raccolta dei farmaci veterinari in tante piazze e nelle farmacie e negli ambulatori veterinariche hanno aderito all’iniziativa. Per sapere dove poter donare i farmaci veterinari che non usano più o dove portare quelli che acquisteremo nella pagina LAV dedicata.

 


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Ipermercato di Collegno (TO) donerà il cibo invenduto a cani e gatti bisognosi

27/11/2018

È stato firmato a Collegno un Protocollo d’Intesa tra l’Associazione Amici Animali di Collegno “G. Allara”, sezione canile sanitario rifugio “Il Cascinotto” e l’Ipermercato Carrefour Collegno il quale s’impegna a donare, a titolo gratuito, prodotti alimentari, destinati al consumo animale, e prodotti cura igiene animale non più idonei alla vendita.
Si tratta di articoli che presentano lievi difetti di confezionamento che non pregiudicano la qualità del prodotto; con difetti o irregolarità di etichettatura che non siano riconducibili alle informazioni relative alla data di scadenza o alle sostanze o prodotti che provocano allergie e intolleranze; con difetto di peso (es. “sottopeso” vale a dire che oltre determinate tolleranze i prodotti non sono vendibili pur essendo integra la qualità); prossimi alla data di scadenza e non più adatti a essere offerti ai clienti; prodotti alimentari oltre il termine minimo di conservazione ( si intende la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il ….”) , purché siano garantite l’integrità dell’imballaggio primario e le idonee condizioni di conservazione; prodotti finiti della panificazione che non necessitano di condizionamento termico e che non sono stati somministrati oppure venduti entro le ventiquattro ore successive alla produzione.
Siamo orgogliosi di aiutare il canile di Collegno con un’iniziativa di grande valore che ci lega ancor di più al territorio – afferma Michele De Luca direttore dell’Ipermercato Carrefour di Collegno Certosa – Questo protocollo è una parte di un progetto più articolato di Carrefour Italia per rispondere alle esigenze di chi, come noi, ama gli animali. Questo si può già cogliere dalla nostra decisione di consentire l’ingresso all’ipermercato agli amici a quattro zampe: i clienti loro padroni hanno a disposizione carelli specifici e dedicati che vengono sanificati ogni giorno perché abbiamo a cuore la salute dell’animale. Siamo amici degli animali e ci è sembrato giusto pensare un accordo affinché il cibo non più commerciabile potesse essere riutilizzato“.
La sigla di questo protocollo è per noi una grande soddisfazione – commenta Rosella Vignale, presidente dell’Associazione – è importante che il cibo che può essere utilizzato non venga gettato ma che lo si possa utilizzare per i nostri ospiti. Grazie alla sensibilità di Carrefour e alla disponibilità del Comune di Collegno cani e gatti del Cascinotto potranno contare su un aiuto importante“.

Le firme del protocollo tra Carrefour e Cascinotto rappresentano un importante esempio di sinergia tra commercio e realtà sociali del territorio, al fine di creare azioni positive con particolare attenzione alla realtà locale quale quella del rifugio – aggiunge il Vicesindaco con delega al commercio Antonio Garruto.

Abbiamo seguito questo accordo come chi ha nell’ottica il bene del territorio – dichiara l’assessore all’Ambiente Enrico Manfredi – Il nostro impegno nella riduzione dei rifiuti si concretizza anche nell’evitare che prodotti ancora utilizzabili sebbene compromessi dal punto di vista merceologico vengano gettati nell’immondizia. Siamo lieti che con questa iniziativa si sostenga la principale realtà di tutela degli animali presente sul territorio collegnese e che per la città esercita delle funzioni essenziali“.

La scelta di Carrefour – conclude l’assessore alle politiche sociali Maria Grazia De Nicola – risponde perfettamente a quell’impegno che abbiamo profuso affinché la sensibilità del cittadino fosse tale da ridurre il più possibile lo spreco alimentare. Abbiamo sempre parlato di cibo per umani, ma anche quello per gli animali ha la sua importanza e questo protocollo lo testimonia. Ciò che può essere utilizzato e che è ancora buono, non si butta“.


Categorie: Varie

ATS Città Metropolitana di Milano apre gli uffici ai 4zampe: con loro meno stress sul lavoro

27/11/2018

Dopo gli uffici di Roma Capitale anche i i dipendenti dell’Ats Milano proprietari di animali potranno portare i loro 4zampe in ufficio. E’ possibile, grazie ad un regolamento interno, redatto dall’azienda. Gli animali ammessi dal regolamento sono cani sotto i 25 kg di peso e gatti, che devono avere il microchip ed essere vaccinati. I dipendenti che intendono portare in ufficio il proprio animale dovranno presentare la domanda al capo-ufficio. In caso di ufficio condiviso, inoltre, la presenza dell’animale dovrà essere concordata con gli altri colleghi di lavoro. Possibile portare anche cani sopra i 25 kg di peso o altre specie animali, ma in questo caso sarà prima necessaria l’autorizzazione dei veterinari dell’Ats. A tutti i dipendenti-proprietari sarà inoltre richiesta una polizza assicurativa. “Quella di Milano è una prova – ha spiegato l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera – ma abbiamo già aperto un tavolo con tutti i direttori delle Ats per estendere il regolamento: l’obiettivo è adottarlo entro metà 2019 in tutte le altri sedi regionali”. “Con 1800 dipendenti e più di 60 uffici sul territorio siamo la più grande agenzia di tutela della salute a livello nazionale – ha sottolineato Marco Bosio direttore di Ats Milano- e ci auguriamo che la nostra esperienza possa essere un banco di prova importante anche per altre realtà”.


Categorie: Varie

Grande successo al Pet Marketing Day a Milano: una giornata per capire come è cambiato il mondo degli animali da compagnia

27/11/2018

Si è tenuta a Milano la prima edizione di Pet Marketing Day, una giornata dedicata a esplorare il cambiamento nel mondo dei Pet, per individuarne le novità, i trend e le opportunità anche in termini di marketing e comunicazione.
Il dialogo ha preso avvio dalla constatazione che gli animali domestici sono considerati a pieno titolo nuovi membri della famiglia. Sono oltre 60 milioni gli animali nelle case italiane, con un aumento di circa 500 mila rispetto allo scorso anno (fonte: rapporto Assalco Zoomark). Questo significa che 1 famiglia su 3 ha aperto le porte a un nuovo componente, dedicando tempo, attenzioni e risorse per assicurargli il massimo benessere.
 
Animali e proprietari, cosa è cambiato?
Durante la giornata è emerso un profondo cambiamento nel rapporto tra uomo e animale. Da compagni di lavoro di un mondo agricolo e rurale, gli animali sono diventati compagni di vita ai quali vengono dedicate cure che possono essere definite di tipo parentale. Si può parlare di vera e propria umanizzazione dei Pet, come racconta Guido Guerzoni nel suo libro Pets, secondo il quale circa l’80% per cento di quelli che prima erano chiamati “proprietari” si considera oggi “mamma” o “papà” del proprio animale domestico. 
In questa rivalità tra figli e Pet, gli animali domestici sembrerebbero avere la meglio: rimangono “cuccioli” per sempre, dipendono dal loro padrone umano e si legano a lui in maniera fedele e disinteressata.
Un’altra ricerca presentata da Eumetra MR durante la giornata ha svelato che l’ambito nel quale gli italiani mostrano la massima soddisfazione è proprio il rapporto con i Pet (ancora più che il contesto famigliare) e che spesso l’animale domestico è vissuto come “compensazione”, capace di assicurare il benessere che in altri ambiti è più difficile ritrovare. 
 
Il mercato e i consumi
In questo contesto appare giustificato che il budget dedicato dalle famiglie per la cura dei propri animali sia in costante aumento (oltre 2 miliardi di euro sono stati spesi per il cibo nell’ultimo anno), così come aumenta la propensione verso i prodotti di fascia “premium”. Per il proprio animale domestico, si acquista con sempre maggior consapevolezza e si cerca il meglio. Non a caso, il mercato dei Pet in Italia vale circa 4 miliardi di euro, quanto quello dei prodotti per bambini.
Davide Bartesaghi, direttore della rivista PetB2B, ha individuare alcuni trend che caratterizzano i consumi di questo mercato: cresce l’attenzione verso i prodotti naturali (a volte addirittura biologici) e si moltiplica l’offerta di accessori e servizi che vanno sempre più verso l’umanizzazione e parentizzazione dei Pet. 
Quali canali sono preferiti dai proprietari per i loro acquisti? Splende il sole sulle catene di respiro nazionale e sull’e-commerce, dove la gamma di prodotti è molto ampia, mentre vita meno facile hanno i Pet shop che per sopravvivere devono ulteriormente alzare la qualità della loro offerta.
 
La comunicazione
Cambia il mondo dei Pet e cambiano le modalità di comunicazione, in un contesto che è sempre più orientato al digitale e al mobile. 
Social strategy, eventi che mescolano digitale e reale, content marketing. Questi alcuni dei concetti chiave che sono emersi durante il dibattito, insieme ad una parola che può sembrare insolita per il mondo Pet: influencer marketing. Eppure anche in questo ambito esistono dei veri “influencer” che godono della fiducia delle community che si sono create intorno ai loro canali. Come Maria Cavallo fondatrice di The Italian Dog Blog, una finestra sulla vita di Louis, splendido Cocker che si può considerare il primo “cane vip” in Italia, o Irene Sofia addestratrice cinofila e Youtuber che nel suo seguitissimo canale Qua la Zampa, offre consigli e spunti per comprendere meglio il proprio amico a 4 zampe.


Categorie: Eventi e Appuntamenti

Nuova Zelanda: branco di balene spiaggiate, 145 morte sull'arenile

27/11/2018

Più di 140 balene globicefale sono morte su una spiaggia dell’isola di Stewart, in Nuova Zelanda dopo essersi arenate. Metà di loro erano già senza vita quando sono state ritrovate, mentre per quelle ancora vive, viste le ridotte possibilità di ricondurle in mare, si è ricorso all’eutanasia per evitare loro ulteriori sofferenze.
Il Department of Conservation è stato allertato da un escursionista dello spiaggiamento nella notte tra sabato 24 e domenica 25 novembre, ma metà degli esemplari erano già morti quando i soccorritori sono arrivati sul posto. Per quelle ancora vive non c’è stato molto da fare. “Purtroppo le probabilità di riportare in mare con successo le balene rimanenti erano estremamente basse”, ha detto Ren Leppens, direttore delle operazioni del dipartimento. Secondo lui, le balene, già molto coperte di sabbia, si sarebbero arenate nella giornata di venerdì. “


Categorie: News dal Mondo

Sei cuccioli di buon augurio per rafforzare i legami tra Corea del Nord e del Sud

26/11/2018

Il presidente sudcoreano Moon Jae-in e la moglie Kim Jung-sook si sono fatti riprendere mentre coccolano dei cuccioli messi alla luce da un cane ricevuto in regalo dal leader nordcoreano Kim Jong Un come simbolo del rafforzamento dei legami tra i due Paesi.
Nelle foto, la coppia presidenziale sudcoreana è mostrata sorridente, seduta nel cortile che circonda la loro residenza a Seoul, circondata da sei cuccioli e dalla loro mamma Gomi.
Kim ha inviato a MoonJae-in due cani da caccia nordcoreani dopo il loro incontro a Pyongyang lo scorso settembre.
“Ecco qua i piccoli appena nati di Gomi, uno dei cani Pungsan dalla Corea del Nord”, ha scritto su Twitter l’ufficio del presidente, postando due foto dei cani coccolati da Moon e dalla first lady – tre cuccioli maschio e tre femmina, nati il 9 novembre – definiti “in ottima salute”. I cani di razza Pungsan sono cacciatori, così coraggiosi da battersi anche con le tigri, ma sono docili e leali con l’uomo. Altezza 55-60 centimetri, peso 20-30 chili. «Sono tesori nazionali al Nord», dice Moon carezzandoli. “Dato che la gravidanza dei cani è di circa due mesi, Gomi doveva essere incinta quando è arrivata da noi. Spero che i rapporti inter-coreani vadano nello stesso modo”, ha twittato il capo dello Stato sudcoreano.


Categorie: Varie

Arrestato il serial killer dei gatti di Budoni (Ss): in un anno, con crocchette avvelenate ne ha uccisi almeno 10

26/11/2018

Dopo indagini durate quasi un anno, un uomo residente nella cittadina costiera di Budoni (Ss), è stato identificato come il killer responsabile della morte di diversi gatti e denunciato dai militari della locale Stazione dei Carabinieri.
A dicembre dello scorso anno una sua vicina di casa aveva denunciato ai militari la morte sospetta di una prima gattina femmina, cui era seguito subito dopo il decesso di un’altra gatta ed il malore grave di un maschio.
Le indagini, immediatamente avviate dai militari, hanno permesso di indirizzare i sospetti su una serie di individui, sospetti poi circoscritti con il passare del tempo, al vicino della donna. Durante un appostamento i militari hanno anche potuto notare che l’uomo, apparentemente con benevolenza, dava da mangiare ai gattini mettendo loro a disposizione dei gustosi croccantini, dopo averli alterati con un liquido che a seguito delle analisi effettuate dai Carabinieri del RIS di Cagliari, è risultato essere una sostanza chimica utilizzata per raffreddare i motori degli aerei e automobili. Il liquido in questione veniva rinvenuto e sequestrato a seguito di una perquisizione all’interno del garage dell’uomo.
Una vicenda che testimonia la costante attenzione del Comando Provinciale dei Carabinieri di Nuoro nel particolare settore della tutela degli animali.

 


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Arriva neve e gelo, proteggiamo i nostri animali domestici e i selvatici dal grande freddo

26/11/2018

I temporali incessanti e le trombe d’aria stanno martoriando il nostro fragile territorio facendo vittimo tra uomini e animali. A questa ondata di maltempo, sembra, si aggiungeranno presto, neve e freddo su tutta l’Italia che ancor più metteranno a dura prova gli animali. Bisognosi di magiorti attenzioni saranno non soltanto quelli d’affezione, che hanno comunque una famiglia che si occupa di loro, ma anche e soprattutto i selvatici e i randagi, i quali devono fare i conti sia con il gelo sia con l’incremento del fabbisogno calorico giornaliero, tipico dei mesi invernali. I più colpiti sono gli uccelli che non riescono a soddisfare appieno il proprio fabbisogno di cibo.
Ma ecco di seguito un breve vademecum per aiutare i nostri “amici” a superare la stagione fredda.
Per gli animali d’affezione:
Tenerli dentro casa o, comunque, in un luogo caldo e riparato dopo le passeggiate quotidiane e considerare che soprattutto i cani a pelo raso possono necessitare di un cappottino.
Prestare particolare attenzione alla salute di cani e gatti. Se sono più abbattuti del solito, se la loro temperatura corporea è più alta o più bassa del normale o se starnutiscono frequentemente o se si nota qualunque variazione del comportamento si consiglia di recarsi al più presto dal proprio veterinario di fiducia.
Se il cane dovesse bagnarsi per un acquazzone o per il passaggio in una pozzanghera è essenziale asciugarne con cura tutto il corpo, specie orecchie e zampe.
Attenzione alla permanenza su neve e ghiaccio, quando li portiamo a fare la loro passeggiata, perché la neve e le basse temperature possono causare principi di assideramento.
Attenzione anche agli sbalzi di temperatura che possono causare malanni; anche in questi casi, alla comparsa dei primi sintomi, è opportuno rivolgersi al proprio veterinario di fiducia
Per gli animali selvatici:
Lasciare nel giardino, sul balcone o in un luogo riparato dai predatori (gatti, ad esempio), oltre a qualche “leccornia”, due ciotoline d’acqua tiepida e pulita: una per bere, l’altra (meglio se di terracotta) per consentire agli uccellini di fare il bagno. Questo permette loro di mantenere il piumaggio in ordine e, quindi, di avere una ulteriore protezione contro il freddo.
Se possibile, installare sul terrazzo o nel giardino piccole mangiatoie per uccelli per garantire loro un luogo sicuro dove trovare cibo in abbondanza. Naturalmente, le mangiatoie devono essere posizionate in luoghi al riparo dai predatori.
Se si decide di installare la mangiatoia, questa dovrà essere rifornita costantemente fino alla primavera. Se si interrompe bruscamente la somministrazione di cibo, gli uccelli possono perdere un punto di riferimento molto importante durante l’inverno.
Una casetta per uccelli può essere utile come riparo dal vento, dalla neve e dal gelo. Ma anche per passare la notte in tutta tranquillità. Va sistemata in un luogo sicuro, riparato dai predatori, dagli agenti atmosferici e dal traffico.
Tra gli alimenti più indicati ci sono: le arachidi non salate, i semi di girasole e di zucca, le piccole granaglie, il miglio, i fiocchi di cereali (cornflakes), le croste di formaggio tagliate a cubetti. E’ possibile usare, specie per gli insettivori, anche il cibo per cani e gatti, la frutta fresca e la frutta secca. Da evitare assolutamente il pane, che non nutre; sarebbe comunque preferibile non somministrare prodotti da forno. Il cibo deve essere il più simile possibile a quello che gli uccelli troverebbero in natura; in commercio esistono anche dei cibi per mangiatoia sotto forma di palle da appendere.
Per il ritrovamento di un animale selvatico in difficoltà, contattare sempre polizia provinciale o Corpo Forestale dello Stato, e consegnarlo presso un centro recupero fauna autorizzato (la detenzione di tali animali, oltre che vietata, necessita di cure specifiche). Ovviamente per gli animali di grande taglia, specie se ungulati o mammiferi come volpi, attendere il soccorso del personale specializzato in quanto necessitano di mani esperte per poter essere maneggiati. (enpa.it)


Categorie: Curiosità

Per la sicurezza dell’orso bruno marsicano stop alla caccia anche nell'area laziale di protezione esterna del PNALM

26/11/2018

Con decreto monocratico del Presidente Franco Frattini, la Sezione Terza del Consiglio di Stato, riconoscendo la fondatezza del ricorso in appello delle associazioni ENPA, LAC, LAV e WWF, patrocinate dall’avvocato Valentina Stefutti, ha nuovamente bloccato la caccia nel versante laziale della Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, riformando l’ordinanza del TAR Lazio che, in contrasto con la precedente decisione del suo Presidente, non aveva concesso la sospensiva su ricorso delle Associazioni.
Il provvedimento è molto importante perché vieta l’attività venatoria in una delle aree fondamentali per la tutela dell’orso bruno marsicano, specie a rischio estinzione, di cui questa settimana sono morti 3 individui (una madre con due cuccioli) sui circa 50 rimasti in vita, caduti in una vasca per la raccolta dell’acqua piovana non adeguatamente protetta, simbolo del mancato controllo a tutti i livelli proprio nelle Zone di Protezione Esterna del Parco.
La caccia verso altre specie è un problema per l’orso, sia per le possibili uccisioni “involontarie”, sia per il grave disturbo che reca alla specie.
Per salvare l’orso dall’estinzione si devono adottare politiche e strategie di assoluta tutela e il provvedimento della Regione Lazio che, senza neppure il parere dell’ISPRA, apriva la caccia in queste aree, va nella direzione esattamente opposta.
Come giustamente si legge nel decreto del Consiglio di Stato, l’autorizzazione alla caccia in un’area dove è presente l’orso marsicano, destinatario di speciale protezione in virtù di regole europee recepite dall’Italia, può “determinare sia il disturbo dell’habitat della specie, sia incontri più o meno ravvicinati tra i cacciatori e l’orso medesimo, con effetti prevedibilmente negativi in ogni possibile sviluppo o esito”. Il decreto aggiunge come “il danno irreparabile all’interesse pubblico consistente nella tutela della fauna selvatica, nonché nella speciale esigenza di proteggere l’habitat di una specie fortemente protetta in zone limitrofe al Parco Nazionale di Abruzzo, prevalga senz’altro sulla pretesa regionale di garantire più spazi e più occasioni di prelievo alla comunità dei cacciatori, nell’esercizio della attività venatoria”.
L’Udienza collegiale è fissata al 13 dicembre, ma fino ad allora vige il divieto di caccia.
Nel frattempo le Associazioni ENPA, LAC, LAV e WWF rivolgono un appello al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, affinché intervenga in prima persona e metta fine a questa evidente situazione di pericolo per una specie simbolo dell’Appennino.
La salvezza dall’estinzione dell’orso bruno marsicano riguarda tutta l’Italia e non può essere affrontata come una vicenda regionale da risolvere mettendo al primo posto gli interessi di qualche cacciatore. Le Associazioni, che dichiarano la loro disponibilità ad un incontro in tutte le sedi, invitano il Presidente Zingaretti ad assumere un ruolo forte nella vicenda e, di fronte alla bocciatura delle scelte operate dall’assessorato competente, a intervenire in prima persona.

 


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