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Mamma orsa e i suoi due cuccioli muoiono in una vasca d'acqua piovana all'interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Enpa presenta esposto in procura

19/11/2018

L’Ente Nazionale Protezione Animali presenta un esposto alla Procura delle Repubblica di Avezzano per fare luce sulla morte di tre orsi, una mamma con i suoi due cuccioli, deceduti in una vasca per le acque piovane. Il fatto è avvenuto nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, nel territorio compreso tra i comuni di Balsorano e Villavallelonga (L’Aquila). Stando ai primi elementi forniti dal Pnalm, secondo Enpa è evidente già da ora che la morte dei tre animali è stata causata da gravissima incuria e negligenza. Non solo perché in quella stessa vasca, nel 2010, erano morti altri due orsi ma, soprattutto perché ai proprietari era stato recentemente chiesto – così sostiene il Pnalm – di metterla in sicurezza. Cosa che, con tutta evidenza non è avvenuta, altrimenti i tre plantigradi non sarebbero morti (per annegamento).
Con l’esposto, l’Ente chiede soprattutto di chiarire la filiera di responsabilità alla base di questa, ennesimo, durissimo colpo alla nostra fauna più protetta. «E’ mai possibile che a fronte di un grave fattore di fattore di rischio, per gli animali e per le persone, come quello rappresentato dalla “vasca killer” ci sia stata per otto anni una sostanziale inerzia? E’ mai possibile – chiede Annamaria Procacci, responsabile Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – che dal 2010 ad oggi non si sia riusciti a mettere in sicurezza una volta per tutte quella vasca? E se il Pnalm non ha competenza sulle ZPE, chi sarebbe dovuto e deve intervenire? La Regione, i Comuni, le Province, il Ministero?». Queste sono alcune delle domande alle quali Enpa auspica che la magistratura troverà una risposta. Naturalmente, qualora dovessero emergere profili di responsabilità, l’associazione si costituirà in giudizio.
Ma c’è anche un altro interrogativo al quale le istituzioni, e in particolare il ministero dell’Ambiente – come vertice della catena di comando – devono dare risposta. «All’indomani della morte dei tre orsi vogliamo sapere quali azioni e quali interventi specifici, a livello centrale come a livello locale, sono stati posti in essere per verificare, monitorare, eliminare possibili fattori di pericolo per l’incolumità degli animali. Vogliamo anche sapere – prosegue Procacci – se nella zone più “sensibili” esiste un monitoraggio delle vasche che, come visto, sono una chiara minaccia per gli orsi».
La morte di mamma orso e dei sui cuccioli è una perdita gravissima per le tre regioni del Parco e per la biodiversità di tutto il Paese. Un colpo che dimostra l’inadeguatezza delle politiche di tutela degli animali selvatici. Enpa auspica che questa perdita sia il punto di partenza non solo per una decisa assunzione di responsabilità da parte di tutti gli attori in gioco, ma per una pagina nuova nella tutela del nostro prezioso patrimonio di fauna.


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