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Una piastra sul muso per impedire ai vitelli di bere il latte delle proprie madri. Le parole di Papa Francesco sconfiggeranno l’arrogante crudeltà umana?

05/06/2013

Oggi, Giornata Mondiale dell’Ambiente, promossa dalle Nazioni Unite, Papa Francesco ha ricordato: “Dobbiamo coltivare e custodire il Creato, fare crescere il mondo con responsabilità, trasformarlo perché sia un giardino, un luogo abitabile per ‘tutti’. Ma – ha lamentato – non lo rispettiamo, non lo custodiamo. Non lo stiamo sfruttando e trascurando?”.
Papa Francesco ha quindi osservato che “Benedetto XVI ha ricordato più volte che questo richiede cogliere il ritmo della creazione, invece, presi dalla logica del dominare, del manipolare, non rispettiamo la creazione, non la consideriamo come dono gratuito”
Proprio oggi su facebook è apparsa una notizia che se confermata è la negazione dell’amore e del rispetto che dovremmo avere per gli altri esseri viventi con cui condividiamo il creato.
Una grossa piastra applicata sul muso. E’ l’ultima agghiacciante “trovata” per impedire a un vitello di bere il latte delle propria madre, preservandone così le “riserve”. Un chiaro esempio, questo, del modo in cui gli interessi economici continuano a giustificare ogni possibile brutalità a danno degli animali. Brutalità che iniziano ben prima della nascita, predeterminata, quando la madri ancora in giovane età vengono ingravidate ciclicamente per stimolare la produzione di latte. E che prosegue con la tortura delle mungitrici meccaniche, con la brutale e repentina separazione dai loro cuccioli (entro 24 dalla nascita), con la segregazione degli esemplari maschi improduttivi, rinchiusi all’interno di piccoli box ed alimentati artificialmente prima di essere inviati al macello, con la sofferenza delle femmine condannate a seguire lo stesso percorso di sofferenza delle loro madri. Animali costretti a subire la totale privazione della loro vita, trasformata in una non-esistenza per soddisfare gli interessi economici legati al loro sfruttamento.


Categorie: Animali e Cultura