Un gruppo di animalisti ha fatto irruzione in una piazza nel mercato di Mahane’ Yehuda a Gerusalemme, per interrompere un rito religioso tradizionale condotto in occasione del digiuno penitenziale del Kippur, che iniziera’ oggi. Il rito, chiamato ‘Kapparot’, consiste nel far roteare un pollo sulla testa del fedele in modo che “ne assorba i peccati”. In un secondo tempo l’animale viene macellato e la sua carne e’ donata ai poveri. Da alcuni anni, molte associazioni animaliste sia israeliane sia ebraico-americane, hanno cominciato a protestare energicamente contro l’uso della cerimonia delle kapparot alla vigilia dello Yom Kippur. Un “commando” – si legge nei siti web ortodossi – composto da decine di animalisti ha interrotto a sorpresa le benedizioni e ha ingaggiato una colluttazione con i religiosi. Altri animalisti hanno aperto alcune gabbie liberandone i polli, altri ancora hanno caricato gabbie su un veicolo e si sono dileguati.
In termini collettivi e nazionali rispetto alla popolazione ebraica osservante di Israele dobbiamo immaginare il numero considerevole di polli, galline e galli che vengono uccisi e macellati in poche ore nei macelli o mercati israeliani alla vigilia dello Yom Kippur ed è contro questo aspetto cruento della questione che si sono alzate, negli ultimi anni, le voci delle associazioni animaliste. L’approccio critico delle associazioni animaliste religiose e di quelle laiche è però assolutamente diverso nonostante abbiano in comune lo stesso obbiettivo di annullamento della cerimonia.
Una delle portavoci della Jerusalem Society for the Prevention of Cruelty to Animals, Chedva Vanderbrook ha affermato che: ” E’ assurdo che le persone possano credere che si possa pregare per la vita prendendo la vita di una altra creatura, tenendo conto che le kapparot possono anche esse osservate con una somma di denaro.”
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