L’aggressione dell’orso a padre e figlio in ispezione sul monte Peller per organizzare una prossima battuta di caccia e la decisione della Provincia di abbattere l’orso ha suscitato non poche polemiche e desiderio di rivalsa. Il presidente della giunta provinciale di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, ha annunciato di aver firmato un’ordinanza per l’abbattimento dell’orso nel momento in cui sarà identificato e intercettato. Non si sa ancora se sia un esemplare maschio o, come suppongono gli uomini della Forestale, una femmina che avrebbe agito così, impaurita, per difendere i piccoli che però nessuno dei due cacciatori ha visto., vuole rivedere il piano relativo agli orsi perché sarebbero troppi e occorrerebbe procedere a una selezione. Ma gli animalisti e le associazioni ambientaliste, non vogliono una nuova vittima dell’arroganza umana: “È l’ennesima ordinanza spara-orso, ma ci sono delle regole dettate dal Piano d’azione che non possono essere calpestate a piacimento” dichiara la LAV.
L’Enpa chiede che la Provincia faccia chiarezza su cosa è accaduto realmente e inizi a sanzionare i comportamenti scorretti invece di cercare “vendetta”
“Riteniamo assurda, ingiustificabile e immotivata, anche sotto il profilo scientifico, la condanna a morte dell’ors Un atto che sa tanto di vendetta in risposta a dei fatti, decisamente poco chiari, su cui invece andrebbe fatta luce al più presto per stabilire le reali dinamiche dell’incidente. In base ai racconti, infatti, l’orso, essendosi trovato improvvisamente di fronte ad un rischio (i due cacciatori “esperti” si muovevano in modo furtivo) ha agito secondo natura.
Orso che, ad una lettura “etologica” degli eventi, sembrerebbe essersi trovato quasi suo malgrado addosso al figlio che ha riportato ferite leggere, e aver solo cercato di difendersi da chi gli correva contro con atteggiamento minaccioso, un comportamento scellerato che i “cacciatori”, che si definiscono conoscitori della natura, dovrebbero conoscere bene. Un comportamento controllato e responsabile come ha saputo mantenere il bambino che sempre in Trentino si è trovato sul perorso di un orso e ne è uscito senza danni per nessuno dichiarando come quella fosse stata la più bella esperienza della ssua vita.
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