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Coronavirus: le difficoltà dei proprietari di cavalli per raggiungere e accudire i loro animali

03/04/2020

Per chi ha scelto di avere un cavallo come amico, al pari di un cane o un gatto non sa darsi una risposta sul motivo per cui dovrebbe rinunciare ad accudirlo e farlo un po’ sgambare. Le regole a riguardo, all’interno dei provvedimenti per il contenimento del contagio da Covid-19, ci sono. Ma generano non poca confusione in chi vorrebbe solamente prendersi cura del suo cavallo e non recidere quel legame così particolare, A dare delle risposte l’associazione Italian Horse Protection a cui negli ultimi giorni è arrivata una vera e propria valanga di Sos. da parte di quanti, tanti, sono seriamente preoccupati del fatto che gli animali potrebbero rimanere reclusi nei box per moltissimo tempo. 

Le emanazioni dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri concernenti le misure urgenti per limitare il contagio da coronavirus COVID-19, non impediscono in alcun modo le attività di accudimento e di assistenza dei cavalli e degli altri equidi per le normali necessità fisiologiche (escluse quindi attività di monta, allenamento, addestramento di qualsiasi genere), oltre che per le eventuali cure veterinarie.
Questa precisazione si rende necessaria, in quanto IHP ha ricevuto molte richieste di chiarimento da parte di proprietari di cavalli ospitati in centri ippici, maneggi e stalle.
L’accudimento degli animali rimane un dovere etico-morale, oltre che giuridico, anche in situazioni estreme come quella che stiamo vivendo. Tuttavia – nel rispetto dei princìpi fissati dal Governo con la campagna #iorestoacasa, tesi a evitare in tutti i modi il propagarsi del contagio da coronavirus – è bene che i proprietari di cavalli ospitati presso centri ippici, maneggi e stalle pongano in essere quanto segue:
– Preferire, laddove possibile e in accordo con gli altri proprietari, l’affidamento della gestione di tutti i cavalli presenti nella struttura a una o più persone di fiducia per tutto il periodo delle restrizioni;
– In subordine, ove non sia possibile quanto sopra, prevedere una rigida turnazione tra i proprietari che si recano presso la struttura, limitando l’accesso a una volta al giorno per ciascuna persona e solo per il tempo strettamente necessario all’accudimento degli animali;
– Durante la permanenza nella struttura, rispettare le regole di igiene e prevenzione più volte ribadite dalle Autorità e usare qualche accorgimento in più, in particolare indossando mascherina, guanti e occhiali: questo non perché ci sia alcun rischio rappresentato dai cavalli, ma perché le attrezzature potrebbero essere maneggiate da persone diverse, con relativo rischio di contagio.
In data 12 marzo 2020 abbiamo scritto una lettera al Presidente e ai Consiglieri federali della FISE Federazione Italiana Sport Equestri, che aveva diffuso una nota a nostro parere troppo limitativa e che rischiava di generare confusione. In essa, infatti si rendeva noto che i tesserati FISE possono recarsi dal proprio cavallo solo in due casi:
1) Se sono atleti di interesse nazionale, certificati dalla Federazione;
2) Per situazioni di necessità indifferibili, preferibilmente certificate da un veterinario.
Abbiamo chiesto alla FISE rettifichi questa posizione che potrebbe mettere in difficoltà tanti cavalli i cui proprietari si vedono bloccare l’accesso dai gestori delle strutture, col rischio che gli animali rimangano reclusi nei box per giorni. L’accudimento dei cavalli (non certo montarli né addestrarli) deve essere garantito, pur nel rispetto della normativa d’urgenza sul distanziamento sociale, senza che questa necessità sia certificata di volta in volta da un veterinario.
Purtroppo non siamo stati ascoltati: nella sua risposta, il presidente Marco Di Paola ci ha scritto: “Ci risulta che gli stessi Presidenti di Enti affiliati stiano mettendo in campo tutte le energie e le risorse per garantire il benessere dei cavalli ospitati presso le loro strutture e siamo fiduciosi che, anche attraverso i loro collaboratori, siano adeguatamente formati per valutare le effettive necessità dei cavalli ospitati presso il loro centro.”
Sappiamo bene che non è così dappertutto – 
dichiara Sonny Richichi, presidente IHP – perchè in molti centri ippici normalmente i cavalli sono accuditi dai proprietari e queste strutture, che in alcuni casi ospitano decine e decine di cavalli, non hanno personale sufficiente per garantire loro un’adeguata libertà di movimento quotidiana. Senza contare i rischi che si assumerebbero, in assenza di precisi accordi scritti con il proprietario.
Come se non bastasse, la diffusione della nota della FISE ha ingenerato una grande confusione, con proprietari di cascine, stalle e maneggi non affiliati FISE che l’hanno scambiata per una disposizione di legge e hanno chiuso dall’oggi al domani l’accesso ai proprietari dei cavalli ivi ospitati. Una cosa gravissima che, se dovesse portare alla conseguenza di tenere reclusi in box gli animali, li esporrebbe alle nostre denunce per maltrattamento.
Speriamo, dunque, che il buon senso prevalga, pur nel rispetto delle norme dettate dalla situazione di emergenza nazionale. Ci dispiace che la FISE non abbia compreso lo spirito della nostra richiesta di chiarimento”.

In tutti i casi giova chiarire che la FISE non è un’autorità nazionale, ma semplicemente una federazione sportiva: la nota emanata ha il valore di una raccomandazione rivolta ai centri ippici ad essa affiliati e non concerne in alcun modo altre strutture che ospitano cavalli.

PER AGEVOLARE I PROPRIETARI CHE DEBBANO RECARSI DAL PROPRIO CAVALLO IHP HA PREDISPOSTO UN FAC-SIMILE DI AUTOCERTIFICAZIONE, SCARICABILE QUI: AUTOCERTIFICAZIONE AGGIORNATA AL 26 MARZO 2020
Il fatto che provvedere alle cure e alla salute del cavallo sia un’esigenza indifferibile tale da consentire lo spostamento del proprietario, ovvero del detentore, ovvero dell’affidatario dell’animale, è scritto anche nella NOTA DI CHIARIMENTO INVIATA DALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI alla FISE il 10 marzo.

 


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