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Animali ospiti o prigionieri in zoo e bioparchi? Il dibattito è sempre vivo

04/07/2013

Giardini zoologici, parchi naturali, zoo safari: cambiano i nomi, ma il dibattito etico intorno al loro business resta immutabile nel corso del tempo. Gli animali che si trovano al loro interno sono ospiti o prigionieri? La questione periodicamente torna a interrogare l’opinione pubblica, generalmente sull’onda di qualche caso di cronaca: negli ultimi tempi ha fatto discutere l’inchiesta sostenuta dagli animalisti sul bioparco di Ravenna, attraverso la diffusione di un video sui presunti maltrattamenti, fisici e psicologici, che gli animali sono costretti a subire. Contestualmente la cronaca regala la vicenda di un anziano che in provincia di Torino è stato sbranato da una tigre, ospite con altri animali di una tenuta che un tempo era parco naturale, ma ormai dismesso da 4 anni. Oppure c’è l’eterna crisi dello zoo di Napoli, con gli animali ridotti alla fame e curati unicamente da volontari, nell’attesa perpetua di una vendita e un rilancio della struttura. Ma è giusto tenere ancora in piedi questi parchi?
Al di là del caso limite di Napoli, più volte finito sotto l’occhio sia della magistratura che dei media nazionali, le condizioni di vita degli animali in questi parchi è oggetto di discussione anche nelle strutture più ad hoc e considerate sulla carta ideali per le specie che ospitano. Per questo ha fatto un certo scalpore l’attacco circostanziato dell’associazione no profit Essere Animali al parco di Ravenna, in cui viene documentata la condizione degli animali che vi risiedono: ‘Abbiamo filmato l’unico elefante detenuto più volte e in tutte le occasioni ha mostrato essere vittima di comportamenti stereotipati: un dondolio costante del corpo, segno di un grave malessere fisico e psicologico che sappiamo appartenere a quegli individui che hanno vissuto tutta la loro vita in uno spazio eccessivamente limitato‘, dichiarano gli animalisti, secondo cui i problemi della struttura di Ravenna sono spazi angusti, mancanza di sufficienti ripari, vegetazione scarsa, che creano un clima inadatto agli animali,che di conseguenza diventano apatici, abulici, tristi. Non ospiti, ma prigionieri.
L’associazione spiega di non aver riscontrato nulla di illegale, tutto è a norma nel parco di Ravenna, e proprio per questo ne viene sottolineato l’aspetto di business che mortifica e crea sofferenze psicologiche ai propri ospiti: qui come altrove regna l’aspetto economico e non certo quello didattico per bambini e adulti, come da mission dell’impresa. I proprietari dello zoo respingono le accuse parlando di falsità, e si dicono pronti a querelare l’associazione Essere Animali. Resta in piedi la questione etica sulla necessità di questi zoo, bioparchi o qualsivoglia nome gli si voglia affibbiare: secondo un dossier pubblicato dall’organizzazione, vi sarebbero in Italia 50 strutture attive, con circa 30mila esemplari ospitati, senza contare quelli inattivi che continuano ad avere animali al proprio interno, come a Napoli e in provincia di Torino. Nel mondo arriviamo a circa diecimila strutture con un milione di animali: ospiti o prigionieri? Esposti a finalità didattiche oppure oggetto di affari economici? Domande che interrogano costantemente la nostra coscienza. (tuttogratis.it)


Categorie: Animali e Cultura