Una scena onirica, felliniana, quella offerta sabato mattina, tra le nebbie dell’alba, da un gregge di circa 700 pecore al pascolo in Piazza Duomo a Milano. A guidarle Renato Zucchelli, l’ultimo pastore nomade della Bassa che con il suo gregge, dalle Alpi dove vive in estate, percorre la strada della transumanza giungendo fino a Milano, ma ogni anno industrie e urbanizzazione sempre più gli sbarrano il passo.
Riuscire a raggiungere il cuore di Milano con le sue pecore, un pony e i fidi cani da pastore che lo aiutano nel suo lavoro, è stata per Zucchelli una grande soddisfazione, quasi una rivincita sul cemento che gli ha rubato i pascoli. La vittoria però non si ripeterà. Tutto infatti è stato organizzato per girare l’ultima scena del film di Marco Bonfanti dal titolo “L’ultimo pastore” che è la storia, adattata per il cinema, di Renato Zucchelli, un uomo che negli anni duemila ha scelto di fare il pastore, anzi di essere l’ultimo pastore nomade di Milano.
Renato Zucchelli ora ha 47 anni, ma fin da giovanissimo aveva ben chiaro che il suo destino era con le pecore. Renato non appartiene ad una famiglia di pastori, anzi sfidando il volere dei genitori che per lui volevano un lavoro più sicuro, più al passo con i tempi, ha realizzato il sogno di fare il pastore nomade e anche dopo anni di duro lavoro e tante difficoltà, è sicuro di aver fatto la scelta giusta e non concepirebbe la sua vita senza questo mestiere antico che lo soddisfa e lo appaga.
Ad accogliere in Piazza Duomo il pastore e il suo gregge, un centinaio di bambini stupefatti e felici davanti a uno spettacolo così diverso dal normale.
Di spettacolo infatti si tratta e per impiegare animali nelle scene ha dovuto rispettare delle regole. Sono state coinvolte le Asl e garantita la presenza sul set di un veterinario dall’arrivo del gregge, fino al ritorno al pascolo. Le pecore sono state sottoposte a visita veterinaria prima e dopo le riprese e personale sanitario ha controllato che non venissero sottoposte ad alcun tipo di stress. Anche in viaggio hanno goduto di grande confort grazie ai mezzi che le hanno trasportate forniti di aria condizionata con a bordo cibo e quanto necessario per un eventuale primo intervento.
Categorie: Curiosità
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