L’Onu ha scelto un dinosauro come sua mascotte per far arrivare alla Cop26 di Glasgow il suo appello ad un’azione politica urgente per contrastare il riscaldamento globale. “Don’t choose extinction”, “Non scegliete l’estinzione”: e’ questo il messaggio affidato a Frankie il dinosauro dal Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp), per sensibilizzare leader politici, diplomatici e popolazioni sui rischi concreti dei cambiamenti climatici sul futuro dei tutte le specie viventi, anche quella umana, che rischiano di scomparire a causa dell’aumento delle temperature e dei danni all’ambiente. In un video di 2 minuti 30 diffuso su Twitter, una specie di mini produzione hollywoodiana, si vede prima il quartier dell’Onu con un drone, qualche secondo di suspense e una musica da thriller prima di conoscere il protagonista di questa nuova campagna di comunicazione. Frankie il dinosauro prende la parola alla tribuna dell’Onu – quella da cui parlano tutti i potenti del mondo, anche l’attivista svedese Greta Thunberg – per lanciare l’allarme sul rischio estinzione per la specie umana se non dovesse cambiare rotta nella lotta ai cambiamenti climatici.
Fonte: rainews.it
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Aprilia2 anche quest’anno dedica una particolare attenzione al mondo degli animali e riconferma il suo impegno per le tematiche sociali.
Il Centro Commerciale organizza e ospita l’evento “PETS- Storie di un amore incondizionato”, dal 27 al 31 ottobre 2021 negli spazi della Galleria.
Aprilia2 apre le porte ad una grande manifestazione, per dare voce a tutta una serie di Associazioni e realtà che operano ogni giorno per la salute degli amici animali e lavorano al loro coinvolgimento in attività di primo piano affiancando l’uomo: dal salvataggio in mare agli interventi di primo soccorso, dall’addestramento dei cani per la ricerca delle persone o come cani-guida per i non vedenti.
Le cinque giornate dedicate agli animali d’affezione si aprono ad Aprilia2 con l’affido di un cane guida, addestrato dal Servizio Cani Guida dei Lions di Limbiate, di nome “Pittys” ad una persona non vedente. Un dono dal valore inimmaginabile, sia in termini di sostegno psicologico per la persona non vedente, che come supporto reale al movimento nella vita di ogni giorno, trattandosi di un “compagno di viaggio” che potrà migliorare la quotidianità e rendere più sicuri gli spostamenti.
Oltre all’ENPA (Ente Nazionale per la Protezione degli Animali), prendono parte all’iniziativa con degli stand e attività anche le Associazioni “Meravigliosa vita da cani”, che si occupa di addestrare i cani in supporto ai disabili nella loro quotidianità, l’Associazione AKUN ISLAND, che propone corsi per unità cinofile da salvataggio in acqua per cani e primo soccorso per i proprietari sui cani, l’Associazione AIDA&A Onlus per la difesa degli animali e del loro ambiente e l’Associazione LUNA DI FORMAGGIO Onlus, che si occupa do salvare i cani abbandonati e trovare loro una nuova casa.
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Aveva lasciato cinque cuccioli di cane dentro una scatola di cartone senza acqua né cibo all’esterno dell’ingresso del canile di Copertino. Si è voltata, è salita in macchina, e pensava di essersi liberata del problema per sempre. Ad incastrare la donna quarantasettenne residente a Porto Cesareo, però, sono state le immagini della videocamera presente sul posto. Attraverso la targa della macchina le Forze dell’Ordine sono riuscite a risalire a lei e ieri il Tribunale Penale di Lecce l’ha condannata per il reato di abbandono di animali che il nostro ordinamento prevede e punisce all’articolo 727 del codice penale. “Chiunque abbandona animali domestici – recita l’articolo 727 -o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze”.
L’Ente Nazionale Protezione Animali attraverso l’avvocato Enpa, Claudia Ricci e l’avvocato Vincenza Raganato di Enpa Rete Legale a Lecce, si era costituito parte civile. La donna ieri è stata condannata dal Tribunale di Lecce al pagamento dell’ammenda di 4 mila euro e al risarcimento del danno in favore di Enpa di 5 mila euro, oltre al pagamento delle spese legali. “Una vittoria importante – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – che punisce finalmente un reato che, purtroppo, troppo spesso rimane impunito ma che è una vera piaga del nostro paese, soprattutto in alcune zone: l’abbandono. Quest’estate c’è stata una vera emergenza: l’abbandono dei gatti è aumentato del 60%, e per quanto riguarda i cani abbiamo constatato un aumento delle cessioni del 17%. Tra le cause principali di queste cessioni c’è il ricovero (53%) o la morte dei proprietari anziani e nessun parente disposto a prendersi cura dell’animale (62%). E molto alto il dato delle cessioni dovute all’aggressività dell’animale (53%), ma, in alcuni casi, sono bastati graffi o piccole contusioni per giustificare l’allontanamento. E aggiungo che a discapito di quanto si pensi non è purtroppo un fenomeno estivo”.
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Undici leoni africani sono risultati positivi al virus della SARS-CoV-2nella sua variante Delta. A dare la notizia la stessa equipe dello Zoo di Denver,dove sono ospitati i grandi felini. I guardiani del settore dedicato ai leoni hanno dichiarato di aessersi accorti che i leoni tossivano e starnutivano. Segnalata la comparsa dei sintomi alla direzione si è proceduto ai test che hanno rivelato la positività. I leoni risultati positivi hanno un’età compresa tra uno e nove anni e nessuno di essi aveva ricevuto neppure una dose di vaccino anti-Covid come riferito dai funzionari della struttura.
Brian Aucone, vicepresidente senior per le scienze della vita per lo zoo, come riportato dal Il Messaggero, ha dichiarato: “C’è stato un certo numero di grandi felini che hanno contratto il virus del Covid-19 negli zoo di tutto il Paese, comprese le nostre due tigri, Yuri e Nikita”. Il contagio dei leoni africani non rappresenta dunque un unicum tra gli animali dello zoo di Denver e testimonia ancora una volta la capacità di infettare da parte della variante Delta, non soltanto tra gli esseri umani.
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Le autorita’ britanniche per la difesa dell’ambiente hanno avviato un’indagine dopo la scoperta di migliaia di creature marine morte, prevalentemente crostacei, sulle spiagge del nord-est dell’Inghilterra. Lo riporta la Cnn. Un residente di Marske-by-the-Sea ha riferito alla Cnn di tonnellate di alghe ammucchiate sulla spiaggia fino all’altezza della vita, mescolate a migliaia di granchi e altri crostacei morti. Qualche giorno dopo le pile di granchi morti iniziavano a decomporsi e l’odore era insopportabile. L’Agenzia per l’ambiente del Regno Unito ha dichiarato che sta collaborando con il Centro per l’ambiente e l’Autorita’ per la conservazione della pesca costiera per capire le ragioni del fenomeno. “Sono stati raccolti campioni di acqua, sedimenti, cozze e granchi” e sono stati inviati ad analizzare per “accertare se un incidente di inquinamento potrebbe aver contribuito alla morte degli animali”, ha detto alla CNN il portavoce dell’Agenzia per l’ambiente. (ANSA).
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Tutte le motivazioni nella lettera della Presidente Nazionale Enpa Carla
Care, cari,
in molti ci stanno chiedendo delucidazioni in merito alla contrarietà di ENPA, così come di tutte le maggiori associazioni ambientaliste ed animaliste italiane, all’indire in tempi odierni i referendum contro la caccia, a cui siamo assolutamente contrari e che per questo ci vede impegnati nel suo contrasto, con razionalità, con interventi legali, istituzionali e con capacità di analisi, e con tanta passione.
Siamo consapevoli che si tratta di un messaggio lungo, prometto che ne farò una sintesi, ma vorremmo che tutti foste in grado di comprendere la nostra grande preoccupazione. Grazie.
Modalità.
L’ ENPA, al pari delle maggiori associazioni nazionali con cui quotidianamente lavora proprio sul contrasto all’attività venatoria, NON è stata contattata se non a giochi fatti, ovvero a seguito del deposito dei quesiti. Nessuna discussione preventiva, nessuna valutazione dei rischi, nessun confronto e quindi nessuna strategia condivisa, nessuna analisi sociopolitica né relativa alla sostenibilità, in tempi odierni, per un referendum così importante. Solo dopo molto tempo e a giochi già fatti e decisi, i promotori hanno preteso che ci accodassimo, visto l’enorme impegno che tale iniziativa richiede, sotto ogni punto di vista, e che evidentemente piccole associazioni non riescono a sostenere.
Un referendum non si improvvisa.
Questa vicenda danneggia lo strumento prezioso di democrazia diretta, che è difficile e complesso: richiede un grande schieramento di forze, organizzazione centrale e periferica, molto denaro, competenze sicure. Un referendum va ben valutato, soprattutto sulle conseguenze che può avere il suo fallimento o anche la sua vittoria.
Sostenibilità dell’iniziativa referendaria
I capitali umani ed economici per finanziare questa avventura sono veramente ingenti. Nel referendum del 1990 i Verdi investirono più di un miliardo di lire, gran parte del finanziamento pubblico dei partiti. Dove sono oggi i soldi per stampare i moduli, pagare i cancellieri, pagare spazi pubblicitari, dove sono le migliaia di volontari necessari per raccogliere le firme; almeno settecentomila per averne sicure cinquecentomila? Tutto questo in Agosto, in tempi di pandemia? E le altre fasi, come l’acquisizione dei certificati elettorali? Il referendum non è un gioco.
LEGGI TUTTE LE MOTIVAZIONI NELLA LETTERA DELLA PRESIDENTE NAZIONALE ENPA, CARLA ROCCHI
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Una donna di mezza età è mentre passeggiava vicino al Passetto ad Ancona con il suo cane, un pitbull, si è vista piombare addosso due mastini napoletani liberi. Il suo cane, nella foga della reazione, deve aver strattonato il guinzaglio violentemente facendola cadere a terra. Il padrone dei due mastini, intervenuto, per separarei cani, ha atteso l’intervento dell’ambulanza e dei sanitari del 118. La signora, accompagnata all’ospedale di Ancona per gli accertamenti necessari, non sarebbe in gravi condizioni.
Nella zona dove è avvenuto l’incidente sono soliti passare molti padroni con i loro cani per la vicinanza con il parco dove gli animali possono correre liberi e divertirsi. Probabilmente i mastini si erano allontanati dal parco e la reazione del pitbull ha fatto perdere l’equilibrio alla signora facendola cadere violentemente a terra.
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Il gatto domestico è stato incluso, insieme alla zanzara tigre, nella lista delle cento specie più invasive e del pianeta (100 of the World’s Worst Invasive Alien Species – A selection from the Global Invasive Species Database) L’elenco è redatto dagli esperti del The Invasive Species Specialist Group dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), la più autorevole istituzione scientifica in tema di biodiversità. L’inclusione dei nostri adorati gatti in questo elenco di “invasori e devastatori” è frutto dell’analisi di numerosi studi, i cui dati mostravano incontrovertibilmente le responsabilità dei mici. In Australia poi si era scatenata una vera campagna di demonizzazione di questi piccoli felini tanto amati. Il Governo ha concordato infatti un piano nazionale per coordinare ed espandere le misure contro i gatti tornati, che “stanno spingendo sull’orlo dell’estinzione molte specie native”.
Ora proprio dall’Australia un recente studio sembrerebbe mettere in dubbio la granitica condanna verso i gatti, meno verso i cani, evidenziando che sono altri i fattori di rischio per la fauna selvatica. I risultati dello studio sono molto interessanti: in entrambi i casi la maggior parte delle prede erano mammiferi e, di questi, quelli predati da cani e gatti, l’88% e il 97% dei casi rispettivamente, erano topi, ratti e conigli, tutte specie introdotte recentemente in Australia e considerate nocive. I cani però erano molto più inclini dei felini nel predare specie native, 62% contro 47%.
I risultati sono quindi in disaccordo con diversi studi precedenti, che ritenevano negativa la presenza dei felini domestici sulle popolazioni native di uccelli e mammiferi.
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E’ avvenuta ieri nel cuore di Padova, presso l’imponente e suggestivo Palazzo della Ragione, la cerimonia di consegna del contributo che Alì, catena di supermercati, ha raccolto grazie alla sensibilità dei suoi clienti a favore dell’Istituto Oncologico Veneto, dell’Istituto Oncologico Romagnolo, della Fondazione per la Ricerca Biomedica Avanzata VIMM, di Medici con l’Africa CUAMM, di Banco Alimentare del Veneto e dell’Ente Nazionale per la Protezione degli Animali. Una cerimonia che vuole celebrare i primi cinquant’anni dei supermercati Alì con un dono speciale, immersi nella cornice di uno dei luoghi simbolo della città, che da quest’anno si annovera tra i patrimoni dell’umanità.
Ammonta a 752.182 € il contributo raccolto, attraverso il Concorso PremiAlì 2020-2021, a favore dei progetti sociali promossi in collaborazione con IOV, IOR, VIMM, CUAMM, Banco Alimentare del Veneto ed ENPA.
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Il 23 ottobre i vigili di Parma hanno trovato una gabbia con dentro una cavia peruviana abbandonata accanto a una campana del vetro in un quartiere periferico di Parma. Hanno quindi contattato la Sezione Enpa di Parma per il recupero, La cavia aveva anche un tappetino rosa nella gabbia. Il fondo era fradicio, forse ha passato almeno una notte all’aperto.
“La cavia – afferma l’Enpa di Parma – sta bene, ma è molto paurosa con le persone. A giorni andrà in visita dal veterinario. Per ora sembra in buona salute e probabilmente è un maschietto. Lo abbiamo chiamato Giacinto. Chiediamo la cortesia, se qualcuno potesse aiutarci a identificare i responsabili di questo crudele gesto. Se magari qualcuno riconosce l’animale o ha visto qualcosa sabato, ci contatti in privato”.
I vigili stanno controllando la presenza di telecamere in zona. “Abbandonare un animale – continua l’Enpa di Parma – è un reato. Abbandonare animali fragili come questi significa condannarli a morte quasi certa. Nel 2021 non è scusabile, non è accettabile. Su internet è possibile reperire ogni tipo di informazione sulla loro gestione e i contatti di tante associazioni che possono prendersene cura in caso di bisogno. Scegliere di abbandonarli di fianco a un cassonetto dell’immondizia è un gesto crudele e insensato”.
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Un coccodrillo si stava dirigendo lentamente verso un cucciolo di elefante certo di potersi procurare un buon pasto senza pericolo. Non aveva però fatto i conti con una mamma pronta a tutto per difendere il suo piccolo e proprio quando stava per sferrare l’attacco contro il cucciolo, l’elefantessa è intervenuta calpestandolo fino a ucciderlo.
Un video girato nella Repubblica dello Zambia mostra le immagini incredibili della violenza dell’elefantessa. La scena incredibile è stata filmata da un turista Hans Henrik Haahr durante un safari ed è diventata subito virale.
L’elefantessa prima lo ha spinto con la testa, poi lo ha calpestato ripetutamente. Il predatore ha perso la vita travolto sotto il peso di oltre 3 tonnellate.
Gli elefanti per natura sono animali molto pacifici ma vere furie se percepiscono una minaccia specialmente le femmine possono diventare aggressive quando percepiscono un pericolo per la prole.
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Aggressioni dei cani, l’esperto: “Ecco gli errori da evitare e come fare prevenzione”
Le belle adozioni. Così si sono innamorati di Billy! Ora sono una famiglia
Pet&Dintorni è patrocinato dall’ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, che sostiene il progetto e l’attività di Pet&Dintorni per la validità dei suoi servizi di interesse ed utilità sociale.
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