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Effetto Covid, in aprile zero casi di bracconaggio verso i rinoceronti del Kruger ma ferma anche l'ecoturismo a sostegno dei parchi

24/09/2020

Nell’aprile di quest’anno, la zona di protezione del Parco Nazionale Kruger ha registrato zero casi di bracconaggio a carico dei rinoceronti della riserva mentre nella prima metà del 2020, in tutto il resto del Sudafrica sono stati colpiti 166 esemplari a fronte dei 319 dello scorso anno. E’ solo una fotografia parziale dell’impatto che il Covid-19 ha prodotto in favore di una specie che nell’ultima decade ha visto uccisi almeno 10mila dei suoi esemplari ma conferma la diretta correlazione che intercorre tra bracconaggio illegale ad opera dell’uomo e la sopravvivenza degli esemplari.
“Nel periodo di lockdown globale – spiega Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo che da anni sostiene l’organizzazione internazionale ‘Save the Rhino’ – la presenza delle forze armate e i numerosi posti di blocco per le strade africane hanno funzionato da deterrente per i bracconieri, che hanno trovato sbarrate anche le vie del traffico illegale verso Cina e Vietnam, la più grande piazza per il corno di rinoceronte, a causa del blocco dei flussi turistici. Questo tuttavia porta con sé un problema indiretto, causato dall’assenza di quell’ecoturismo in grado di supportare parchi e riserve che tutelano la specie”.
Un risultato ritenuto irraggiungibile sin da quando, nel 2009, si iniziò a registrare un incremento di rinoceronti massacrati con 201 animali persi, che poi portò all’annus horribilis del 2015 con 1.349 uccisioni. “Per quello che riguarda l’Africa – prosegue Avesani Zaborra – quest’anno si registra dunque un aumento di 130 rinoceronti neri, che porta il totale a 5.630 e ancora un declino di rinoceronti bianchi, che si aggira intorno alle 18mila unità”.
Notizie di speranza vengono anche dalle tre sottospecie asiatiche: in Assam, si sono registrati nel 2020 solo due casi di bracconaggio a carico dei 3.600 rinoceronti indiani rimasti (che a differenza di quelli africani, sono dotati di un solo corno), il rinoceronte di Java passa da 68 a 72 esemplari mentre il rinoceronte di Sumatra prosegue il suo declino con meno di 80 esemplari viventi. “E’ questo dunque il momento per i Governi di tutti i Paesi – conclude Avesani Zaborra – di cogliere l’occasione e affermare con forza ancora maggiore che quando si parla di conservazione della fauna selvatica, si tratta di una priorità”.


Categorie: News dal Mondo

“Liberi di Volare”, sequestrarti oltre 100 uccelli da richiamo dalle Guardie Zoofile Enpa in Veneto: “Uno dei più diffusi maltrattamenti degli animali dei nostri tempi”

24/09/2020

Vivevano prigionieri in minuscole gabbie, talmente piccole da non poter consentire loro di aprire le ali, in luoghi sporchi e spesso al buio. Grazie all’operazione “Liberi di Volare” durata un paio di mesi e condotta dalle Guardie Zoofile Enpa del Veneto insieme alle forze di Polizia l’incubo di oltre 100 uccelli “da richiamo” è finalmente finito. I volatili sono stati sequestrati in Veneto e i cacciatori che li detenevano sono stati denunciati a vario titolo per detenzione in condizioni incompatibili con la propria natura, maltrattamento di animali, falsificazione o mancanza di sigilli e violazione delle leggi che tutelano la fauna selvatica. Si tratta di un’operazione molto vasta ed importante che punta i riflettori su uno dei più gravi e diffusi maltrattamenti degli animali del nostro tempo eppure poco conosciuto ai più: quello degli uccelli cosiddetti da “richiamo” che al 90% vengono catturati in natura, ingabbiati e per tutta la vita costretti a vivere in una spazio minuscolo che non gli permetterà neanche di aprire le ali, spesso in mezzo ad escrementi e acqua putrida, senza nessuna possibilità di espletare i loro bisogni etologici.
Le sofferenze che questi uccelli hanno patito sono davvero inaccettabili. Oltre alla negazione del volo le Guardie zoofile Enpa di Vicenza, Verona e Treviso hanno certificato le torture a cui venivano sottoposti: dalla detenzione al buio allo spennamento a vivo nei mesi estivi per sfalsargli il ciclo biologico e farli cantare in autunno, alla mancanza totale di cure veterinarie, alla detenzioni in luoghi sporchi, costretti a vivere in mezzo agli escrementi.

“Nell’operazione “Liberi di volare” – ha dichiarato Renzo Rizzi, ispettore regionale del Veneto delle Guardie zoofile Enpa – prima di muoverci abbiamo lavorato molto sulla documentazione da presentare alle Procure, doveva essere completa e inattaccabile. Non è facile comprendere perché una persona maltratti i suoi animali, probabilmente perché tenerli sacrificati in questo modo è una barbara tradizione ultracentenaria o forse perché per i cacciatori sono come cose inanimate da usare quando servono”.
L’Ente Nazionale Protezione Animali ricorda ancora una volta che la detenzione di uccelli da richiamo nelle gabbiette utilizzate per la caccia è maltrattamento.  Le numerose sentenze in Cassazione non lasciano dubbi su questo. Eppure il fenomeno è estesissimo. Inoltre, ricordiamo che il prelievo in natura di questi animali in è praticamente impossibile dal momento che sono vietati i mezzi di cattura come ad esempio reti o roccoli. L’Enpa stima che solo in provincia di Vicenza almeno centomila animali siano costretti a vivere in queste condizioni.


Categorie: Varie

Il cane che nel sonno simula la corsa ed emette dei piccoli abbaii sogna o sono azioni involontarie?

24/09/2020

Almeno una volta nella vita ci sarà capitato di vedere il nostro cane agitarsi, uggiolare o muovere le zampe come una onirica corsa durante durante il sonno. Una comportamento a tratti buffo che suscita qualche curiosità: ma i cani sognano o sono azioni involontarie? La ricerca ha dato finalmente una risposta a questa domanda.
Il comportamento degli animali, sopratutto quelli domestici, può essere – per certi versi – difficile da spiegare. I cani, ad esempio, sono inclini a comportamenti peculiari. Queste stranezze si estendono anche a quando stanno dormendo, poiché i cani possono muoversi come se stessero sognando di correre. È davvero quello che sta succedendo?
Nei cuccioli molto piccoli, la “corsa” durante il sonno potrebbe effettivamente essere una semplice contrazione muscolare, un tratto comune nello sviluppo del corpo canino. Il discorso è diverso se il cane è adulto e muove ancora le zampe, è molto probabile che stia reagendo a un sogno in cui sta correndo verso qualcosa.
Non possiamo sapere con certezza se i cani possano sognano davvero, ma sappiamo che sperimentano sia il sonno REM che quello a onde lente. Nella fase REM, una delle più profonde del sonno, negli esseri umani si verificano i sogni. Poiché i cani trascorrono meno tempo in fase REM rispetto agli umani, circa il 10% del loro tempo totale (in confronto al 25% di un essere umano), di solito dormono di più.
Durante questa fase del sogno canino, i cani possono reagire muovendo le gambe, piagnucolando o addirittura abbaiando… reazioni che possiamo vedere maggiormente quando il miglior amico dell’uomo si trova nella fase REM. Alcuni proprietari di animali domestici vedono contrazioni muscolari o spasmi e si preoccupano. Se ciò succede mentre il cane fa un piccolo sonnellino è probabile che stia solo sognando un’avventura di gioco insieme il suo padrone… non preoccupatevi quindi!

Fonte: (tech.everyeye.it)


Categorie: Curiosità

Australia, spiaggiate 270 balene, 90 sono morte. Corsa contro il tempo per salvarle

23/09/2020

Corsa contro il tempo in Australia, a largo della Tasmania, dove 270 balene sono rimaste spiaggiate. Di queste 90 sono morte. E’ quanto riposrta Bbbc News sl suo sito online. I soccorritori stanno cercando di portare in salvo le altre 180. Le squadre di salvataggio sono riuscite a riportare in acque alte già 25 esemplari. Non si sa cosa abbia attratto i globicefali sulla riva. Gli spiaggiamenti delle balene sono comuni nella regione, ma uno di queste dimensioni non si vede da oltre un decennio. L’ultima volta che si è verificato un fenomeno di queste dimensione è stato nel 2009 quando sono rimaste spiaggiate circa 200 balene.
I soccorritori del Tasmanian Marine Conservation Program sono arrivati ieri e hanno trovato tre gruppi di balene attraverso Macquarie Heads, una punta remota dell’isola con navi e accessi stradali limitati.
Una squadra di circa 40 soccorritori addestrati ha iniziato a “far galleggiare nuovamente” un piccolo numero di balene, utilizzando attrezzature per spingere gli animali da un banco di sabbia in acque più profonde. “Normalmente abbiamo a che fare con animali alti e asciutti sulla spiaggia. Questo è diverso. Abbiamo animali semi-galleggianti, quindi probabilmente non ci vorrà troppo per farli galleggiare di nuovo”, ha detto il biologo della fauna selvatica Kris Carlyon. Una volta che le balene stanno bene nell’acqua, il passo successivo è farle uscire più lontano. Il dottor Carlyon ha detto ai giornalisti che questa potrebbe essere una sfida contro la forte marea. Le barche potrebbero essere usate per aiutare la manovra. Ha aggiunto che molti degli animali potrebbero essere semplicemente troppo grandi o in una posizione inadatta. I globicefali possono crescere fino a sette metri di lunghezza e pesare fino a tre tonnellate. “Prenderemo gli animali con le migliori possibilità per iniziare”, ha detto il dott. Carlyon- I globicefali possono sopravvivere tre o quattro giorni essendo spiaggiati, e molti in questo gruppo erano in buone condizioni “umido e fresco”. Oggi è prevista una valutazione completa del gruppo.


Categorie: News dal Mondo

Cane cade in un pozzo profondo sette metri all'isola d'Elba, i Vigili del fuoco lo salvano con intervento rocambolesco

23/09/2020

I vigili del fuoco di Portoferraio, in provincia di Livorno, hanno salvato un cane che era finito in un pozzo all’isola d’Elba. Il povero animale era infatti precipitato all’interno di un pozzo abbandonato e la squadra dei Vigiili del Fuoco, esperta in tecniche speleo alpino fluviali, si è dovuta calare fino a sette metri di profondità per recuperarlo. Il cane era allo stremo delle forze e sul punto di annegare quando è stato tratto in salvo. Ora l’animale è stato restituito al suo proprietario. Ancora una volta i Vigili del Fuoco hanno dimostrato una grandissima sensibilità verso gli animalo in difficoltà e prontezza di risposta!


Categorie: Varie

Orsa Jj4: Tar Trento respinge ricorso di Fugatti su cattura. Enpa-Oipa: vincono la ragione, la scienza e la legalita'

23/09/2020

Il Tar di Trento ha bocciato il ricorso del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, contro l’accoglimento da parte del Tar stesso della richiesta cautelare per la sospensione dell’ordinanza di cattura dell’orsa Jj4 emanata dalla Provincia. Lo comunicano le associazioni Enpa e Oipa. “Ancora una volta, contro la pervicace volonta’ della Giunta del Trentino di condannare all’ergastolo l’orsa Jj4, in una palese politica di persecuzione della popolazione ursina, vincono la ragione, la scienza e la legalita’, nel rispetto del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace) e delle regole nazionali e internazionali in materia”. “In attesa di vedere in ottobre gli esiti delle discussioni dei nostri ricorsi sulle ordinanze di questa estate riguardanti le catture degli orsi in Trentino, ribadiamo il nostro impegno sul campo per difendere questo incredibile patrimonio indisponibile dello Stato”, concludono gli animalisti. (ANSA).


Categorie: Varie

L'ailurofobia, la fobia dei gatti, una paura patologica che si può affrontare

23/09/2020

Molte persone hanno paura dei cani, indipendentemente dalla loro taglia, perchè pensano possano mordere. Ma è una paura in un certo senso logica mentre i gatti che possano piacere o meno suscitano qualcosa che va oltre la semplice paura, una vera fobia: l’ailurofobia, un’intensa paura dei gatti, a tal punto da provocare forte ansia e attacchi di panico quando c’è un gatto nelle vicinanze ed è una fobia specifica.
Questa paura patologica attirò particolarmente l’attenzione in epoca vittoriana. Lo psicologo americano G. Stanley Hall identificò ben 136 forme diverse di fobie tra le quali proprio l’ailurifobia.
Hall, insieme al suo collega Silas Weir Mitchell, ha distribuito formulari e questionari per cercare di capire le varie forme e le potenziali cause di questa paura felina. Mitchell è andato oltre, cercando di verificare se è vero che alcune persone che soffrono di questa fobia sono in grado di percepire se c’è un gatto nella stanza (anche se non possono vederlo o sentirne l’odore).
A questo fine ha fatto degli esperimenti, come per esempio mettere la persona in una stanza dove si nasconde un gatto, per vedere se si accorgevano della presenza dell’animale. Inizialmente scettico, ha cominciato a convincersi che in effetti molti dei suoi pazienti potevano sentire la presenza del gatto. Nel tentativo di spiegare la fobia, ha escluso l’asma e le paure evolutive ereditate (per esempio chi ha paura dei gatti non ha problemi a guardare immagini di leoni, tigri ecc.).Alla fine ha suggerito che le emanazioni del gatto “potrebbero colpire il sistema nervoso attraverso la membrana del naso, anche se riconosciute come odori”. È rimasto poi perplesso dal perché i gatti sembrano avere l’impellenza di avvicinarsi quanto più possibile a chi ne ha paura – “i gatti sembrano avere un insolito desiderio di stare vicino a loro, di saltare loro in grembo o di seguirli”.
Molto spesso le persone che soffrono della paura dei gatti hanno subito un trauma durante l’infanzia, cioè sono stati improvvisamente aggrediti da un gattino, magari innervosito dalle carezze poco “sapienti” di un bimbo. In questi casi, però, non si può parlare di paura del tutto “immotivata”. Altre volte, la paura dei gatti, è trasmessa dai genitori ai bambini. Gli stessi adulti, preoccupati che il gatto possa fare male al bambino, lo cacciano via come qualcosa di temibile. Da questi comportamenti assimilati dai genitori, può nascere e radicarsi una reale fobia per i gatti  in età adulta. Addirittura, può capitare che una paura si sviluppi dalla lettura di una favola dove ci sia un gatto particolarmente “cattivo” (che in genere è molto umanizzato ed è molto poco gatto, come accade purtroppo in tante favole) o, comunque, da qualsiasi tipo di racconto o aneddoto che generi ansia verso questo animale.
Ma la ailurofobia, fobia dei gatti può essere tenuta a bada se non addirittura vinta.
Innanzitutto, se la paura è insorta in seguito ad un evento traumatico, il consiglio è quello di cercare di rievocarne il ricordo gradualmente. Forse non sarà un’operazione completamente indolore, ma con un po’ di pazienza, quell’evento sarà sempre maggiormente delimitato e razionalizzato e non costituirà più un blocco insuperabile nella nostra psiche.
Un altro consiglio è quello di conoscere l’oggetto della paura: leggere libri sui gatti, guardare fotografie, capire il loro comportamento, ascoltare chi ne parla. Cercare insomma di fare diventare il gatto un essere “noto” e familiare e, soprattutto, iniziare a conoscerlo per quello che è e non per quello che è diventato solo nella nostra mente.
L’ideale sarebbe non alzarsi e scappare via appena un gatto appare da qualche parte, ma riuscire a guardarlo: incuriosirsi, invece di temere senza conoscere.
Si possono anche fare delle lezioni terapeutiche per guarire da questa paura che consistono nel maneggiare dapprima oggetti che ricordano un gatto, fino ad arrivare, un po’ alla volta, a tenerne uno vero in braccio.
Si può convivere anche tutta la vita con la fobia dei gatti. Come con qualsiasi altra fobia, del resto. Ma è assai antieconomico, in termini di benessere della psiche. Nel caso dei gatti, poi, è un vero peccato, perché sono degli animali affascinanti e assai saggi. Per esempio, non sprecherebbero mai le loro preziosissime energie per aggredire qualcuno che non li minaccia. E qualora si sentissero minacciati, l’aggressione sarebbe sempre l’ultima delle loro scelte. Finché possono scappare, i gatti scappano. In genere i gatti soffiano solo quando si sentono stretti in un angolo da un predatore minaccioso e più grande di loro. O per proteggere il cibo e la prole. In un certo senso, amministrano le loro energie in modo molto più saggio, razionale e fruttuoso di molti umani.

Secondo l’equipe del progetto DISEASES, il desiderio vittoriano di stilare una mappa delle paure e delle ansie culturali e psicologiche fu il risultato di una società che si stava industrializzando e che stava cambiando rapidamente, nella quale le nuove teorie scientifiche avevano cominciato a mettere in dubbio le vecchie spiegazioni e gli antichi dogmi religiosi.
Di conseguenza, in un’epoca che ricorda quella vittoriana, in cui le società stanno di nuovo facendo fatica ad adattarsi ai rapidi cambiamenti tecnologici, sociali ed economici, DISEASES si propone di studiare l’esperienza vittoriana per capire meglio e contestualizzare la nostra reazione del ventunesimo secolo alle continue sfide della modernità

Fonte: cordis.europa.eu

https://cordis.europa.eu/article/id/120819-exploring-the-victorian-craze-over-the-fear-of-cats/it


Categorie: Curiosità

Arriva la III edizione del Pet Carpet Film Festival, la rassegna cinematografica internazionale dedicata al mondo animale. Il 25 settembre a Cinecittà con Enzo Salvi e Maurizio Mattioli

23/09/2020

Animali e uomini, una storia antica quanto l’evoluzione, un legame che in molti casi intreccia sentimenti di amore e di amicizia.  Sono proprio queste le testimonianze al centro della terza edizione del Pet Carpet Film Festival, la rassegna cinematografica internazionale dedicata al mondo animale.  Ideata dalla giornalista Federica Rinaudo, che cura anche la direzione artistica, la kermesse, con il patrocinio di Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Croce Rossa Italiana, Fnovi (Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani), si pone lo scopo di informare, educare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di creare una società più rispettosa nei confronti degli animali. Un progetto che viaggia attraverso le immagini,  grazie alle centinaia di cortometraggi pervenuti dall’Italia e dall’estero, che arrivano dritte al cuore. Emozionanti, divertenti e, purtroppo, anche drammatici i corti hanno per protagonisti cani, gatti, conigli, cavalli, tartarughe, pappagalli, lucertole e tanti altri. Tre le categorie previste anche quella sul Covid -19 , “Noi non siamo contagiosi”,  dedicata alle criticità causate dal distanziamento sociale che non ha riguardato però gli amici a quattrozampe, una risorsa ancora più preziosa durante la Pandemia. A condurre l’edizione 2020, che si svolgerà il prossimo 25 settembre presso gli Studi di Cinecittà a Roma nella Sala Federico Fellini, gli attori Enzo Salvi e Maurizio Mattioli, reduci dalla campagna contro l’abbandono di Roma Capitale che li ha visti testimonial durante l’estate in compagnia di Peggy e Tyson. Regia a cura di Claudio Insegno e del suo inseparabile barboncino Burt. Numerosi i temi trattati nei cortometraggi, molti dei quali girati con un semplice smartphone, dai rapporti indissolubili, al triste fenomeno dell’abbandono, al vuoto incolmabile lasciato dagli animali volati sul ponte dell’arcobaleno, all’impegno dei volontari delle numerose associazioni.
Tra le mission del festival che vedrà la partecipazione di personaggi della cultura, del giornalismo, dello spettacolo, non poteva mancare la solidarietà: l’accesso al gala (per questa edizione diviso su due turni ad inviti e contingentati, in osservanza alle misure di sicurezza previste dalle normative) è gratuito a condizione che si arrivi all’ingresso con scorte di alimenti, medicinali, accessori da devolvere ai volontari delle associazioni che si occupano di cani e gatti (e non solo) meno fortunati e in cerca di una famiglia, individuate ogni anno grazie ad un attento lavoro di monitoraggio e ricerca. Un piccolo gesto che si trasforma in una grande opportunità per chi, ogni giorno, cerca di salvare la vita a tanti meravigliosi, piccoli e grandi, essere viventi. Ingresso da via Lamaro riservato solo su prenotazione. www.petcarpetfestival.it


Categorie: Animali e Cultura

Sterilizzazione, più che un obbligo un gesto di responsabilità contro malattie e randagismo

22/09/2020

Settantamila potenziali randagi in soli sei anni: ogni cane o gatto non sterilizzato è infatti in grado di dare origine esponenzialmente ad un così cospicuo numero di discendenti in poco più di un lustro. L’impressionante dato che circola in Rete non fa che confermare l’esigenza di diffondere una “cultura della sterilizzazione” a tutela della convivenza tra animali e popolazione umana. Prassi che da anni non è più solo un auspicio ma un vero e proprio obbligo di legge per Ausl e Comuni. La legge quadro sulla protezione degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo impone ai Comuni di “provvedere prioritariamente ad attuare piani di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione” e, di conseguenza, destinando allo scopo precise quote di budget.
La sterilizzazione effettuata dagli Enti è finalizzata a limitare il randagismo e ha permesso negli anni di gestire al meglio la popolazione animale, evitando fenomeni di proliferazione incontrollata. 
E’ però necessario che anche i privati possessori di animali da compagnia adottino questo provvedimento – indolore e senza conseguenze per il benessere degli animali – per evitare di dover poi gestire intere cucciolate che non si è in grado di ospitare: troppo spesso, infatti, le gravidanze “casalinghe” finiscono per alimentare, seppur indirettamente, la schiera di cani e gatti senza dimora.
La sterilizzazione del proprio animale è un gesto che giova sia alla salute di cani e gatti che alla qualità della vita in campagna e in città, evitando di incrementare la schiera degli sfortunati randagi.I
n Italia, la Legge n. 281/91 in materia di tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo ha individuato proprio la sterilizzazione come uno dei principi generali della tutela stessa, insieme all’identificazione e alla disponibilita? di rifugi in cui gli animali privi di proprietario possano essere ospitati e curati, ma non soppressi se non in pochi casi eccezionali.Le leggi regionali che ne sono derivate disciplinano piu? in dettaglio competenze e responsabilita? dei Comuni e dei Servizi veterinari pubblici, tra queste si inserisce la gestione delle sterilizzazioni di cani e gatti ricoverati presso i rifugi.
Tuttavia non esiste alcun provvedimento che imponga di sterilizzare tutti gli animali di proprieta?.

 


Categorie: Curiosità

Disavventura a lieto fine per due caprette bloccate sugli scogli alle Cinque Terre

22/09/2020

Caprette bloccate sulla scogliera, recuperate e messe in salvo grazie ad operazione congiunta Vigili del Fuoco, Cras Enpa di Genova e Ente Parco 5 Terre
Bloccate su una scogliera nella costa tra Levanto e Monterosso, in provincia di La Spezia, forse a causa di una frana, due caprette sono state tratte in salvo oggi con una operazione congiunta di Vigili del Fuoco, Ente Parco delle 5 Terre e Cras Enpa di Genova. L’allarme è scattato grazie a una famiglia in vacanza nella zona che, dopo aver avvistato i due animali bloccati sugli scogli, si è subito resa conto della situazione e si è attivata per aiutarle, dando loro da mangiare, abbeverandole e soprattutto chiamando i soccorsi.
I Vigili del Fuoco, il personale dell’Ente parco 5 Terre (che ha messo a disposizione un medico veterinario) e i volontari del Cras dell’Enpa di Genova sono riusciti a raggiungere il posto con un gommone e, dopo aver sedato gli animali, li hanno portati al sicuro sulla terra ferma. A quel punto, le due caprette, un maschio ed una femmina, sono state affidate ai volontari dell’Enpa di Genova che li hanno portati in un’area protetta, un agriturismo in località Rocchetta Vara che d’ora in poi sarà la loro nuova casa. Gli animali si sono subito ambientati e stanno bene.


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Anche il gatto può essere allergico agli uomini ma c'è rimedio

22/09/2020

Quando si parla di allergia tra gatto e uomo si pensa subito ai proprietari di felini in preda a starnuti, orticarie e sfoghi vari ma la cosa è reciproca Esistono gatti che sono allergici agli uomini. Proprio così,  anche i poveri felini, come molti altri animali, sviluppano allergie. Sia quelle stagionali contro polline, erba, o pulci e acari della polvere. Sia quelle permanenti. Tra queste, c’è anche l’allergia nei confronti degli uomini.
In verità più che essere allergici al proprietario i gatti lo sono ai profumi, alle creme, ai dopobarba e a tutti gli altri allergeni presenti su pelle, peli e capelli umani. Visto che (si spera) questi allergeni sono dispersi nell’ambiente in quantità molto limitate, sono rari i casi in cui i gatti diventano intolleranti nei confronti degli uomini, mentre è più diffuso il contrario.Una reazione che si manifesta con sintomi paragonabili ai nostri: difficoltà respiratorie, eruzioni cutanee, problemi intestinali fino, nei casi più gravi, allo shock anafilattico.
L’allergia si presenta anche in forma di dermatiti miliari, ovvero caratterizzate dalla comparsa di vescichette e da perdita di pelo, che compaiono principalmente attorno alla testa e al collo dell’animale.
Cosa fare? È necessario rinunciare a vivere con un gatto?
Uno studio della facoltà di veterinaria della University of Pennsylvania afferma come la convivenza gatto-umano sia possibile anche in questo caso. Un po’ come l’allergia umano gatto può essere sconfitta, o almeno aggirata.
La soluzione sta, molto semplicemente, nell’utilizzo di farmaci che contengono piccole dosi di allergeni similari a quello “incriminato”, dal momento che un gatto allergico all’uomo è di solito sensibile anche ad altri allergeni. Così facendo, poco alla volta l’organismo del gatto si abitua a noi e alla fine non proverà più fastidio garantendo una convivenza sereno.

 

 


Categorie: Curiosità

Boehringer Ingelheim Italia supporta ENPA con una donazione di prodotti farmaceutici veterinari

22/09/2020

È stata garantita la copertura vaccinale e antiparassitaria a oltre 19.000 animali da compagnia ospitati presso le strutture dell’Ente, aumentati a seguito dell’emergenza post COVID-19
Boehringer Ingelheim ha annunciato la donazione ad ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali – di prodotti veterinari per il supporto degli animali accuditi presso le strutture dell’Associazione.
Il numero degli animali ospitati presso le strutture dell’ENPA, da curare e accudire, è infatti sensibilmente cresciuto a seguito dell’emergenza COVD-19, che ha portato ad un maggior numero di ingressi e ad una forte riduzione delle donazioni e delle adozioni.
Per supportare l’ENPA nella gestione di questa situazione critica e rispondere ai principali bisogni di salute degli animali ospitati dall’Associazione, Boehringer Ingelheim ha donato vaccini e prodotti antiparassitari, distribuiti capillarmente in queste settimane dal Centro Nazionale Comunicazione e Sviluppo di ENPA.
«Il nostro impegno nell’offrire soluzioni che possano contribuire concretamente al miglioramento della salute umana e animale si traduce in iniziative di grande valore come quella per ENPA – ha dichiarato Claire Fowler Head of Animal Health – Gli effetti del COVID-19 hanno avuto un impatto significativo sulla situazione delle strutture dell’Associazione e sulla gestione degli animali ospitati. Abbiamo a cuore la loro salute e ci auguriamo di poter davvero fare la differenza donando loro prodotti che contribuiscano al loro benessere non soltanto attraverso la cura ma anche attraverso la prevenzione».


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