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Putin che libera 500 leoni per obbligare i russi a stare a casa....l'ultima e più incredibile fake news

27/03/2020

Speriamo sia un residuo di voglia di scherzare per combattere  il Coronavirus a generare le fake news. L’ultima ha fatto il giro dei media internazionali e qualcuno ci ha anche creduto visto che il tutto è stato ben costruito: “Breaking News. La Russia ha rilasciato oltre 500 leoni in strada per assicurarsi che la gente rimanga in casa durante l’epidemia” e un secondo titolo tv per rafforzare l’argomento “Vladimir Putin ha liberato circa 500 leoni per costringere le persone a rimanere a casa“..
Il testo accompagnato dalla foto di un leone che si aggira di notte in una strada deserta fiancheggiata da case con luci accese dove è chiusa la popolazione di Mosca o Sanpietroburgo.
Sebbene le misure assunte in Russia per far rispettare le decisioni del Governo possano essere un po’ drastiche, questa è veramente esagerata.
La scena in realtà ritrae Columbus, un leone di una troupe televisiva, impegnato a girare una scena a Johannesburg.

 


Categorie: News dal Mondo

Coronavirus a Hangzhou, Cina lancia app per denunciare attivita' illegali legate alla fauna selvatica

27/03/2020

La procura della citta’ di Hangzhou, nella Cina orientale, ha lanciato ieri un’applicazione mobile per la denuncia di attivita’ illegali legate alla fauna selvatica, secondo quanto riferito dall’emittente televisiva cinese “Cgtn”. Anonimamente o con nomi reali, gli utenti saranno in grado di denunciare tre categorie di crimini: bracconaggio e uccisione illegale di animali selvatici, commercio illegale di animali selvatici e consumo illegale di queste specie. L’applicazione, sviluppata con la collaborazione della piattaforma per i pagamenti online Alipay, consente di inviare posizioni dettagliate, descrizioni, foto e video di infrazioni dal cellulare degli utenti. Il 24 febbraio scorso, la Cina ha imposto il divieto di commercio illegale e consumo di fauna selvatica, in seguito alla diffusione dell’epidemia di coronavirus, nella quale il mercato di animali vivi a Wuhan ha svolto un ruolo chiave.
Il 6 marzo scorso, la provincia centrale cinese di Hubei, focolaio dell’epidemia di Covid-19, ha imposto il divieto assoluto di mangiare animali selvatici e prodotti di fauna selvatica per salvaguardare la vita e la salute delle persone. Il regolamento deciso dal governo provinciale ed entrato immediatamente in vigore prevede che tutti gli animali selvatici, compresi quelli allevati in cattivita’ e la fauna acquatica rara e in via di estinzione sotto protezione, siano inclusi nel divieto. Nessuna organizzazione o individuo e’ autorizzato a produrre o elaborare alimenti a base di tali animali. Inoltre, e’ vietata la caccia, l’allevamento, il commercio, il trasporto o il trasporto di animali selvatici ai fini del consumo o della produzione di alimenti. L’utilizzo di animali selvatici per la ricerca scientifica, la medicina o l’esposizione deve essere effettuato in conformita’ con le leggi correlate e seguire rigorose procedure. Qualsiasi violazione e’ soggetta a sanzioni amministrative, salvo quelle che costituiscono reati penali.


Categorie: News dal Mondo

L’ex delfinario di Rimini diventerà un ospedale per le tartarughe

27/03/2020

La struttura che per decenni ha sfruttato prima i delfini poi i leoni marini, potrebbe diventare una sorta di “oasi del mare” dove curare le tartarughe recuperate al largo, svolgere attività didattiche ed educative per far conoscere e tutelare l’Adriatico e la sua fauna, e avvicinare i ragazzi agli sport nautici.
Fondazione Cetacea e Club Nautico si fanno avanti per gestire l’ex Delfinario di Rimini. L’avevano annunciato già un anno fa, e la loro proposta è stata l’unica pervenuta entro la giornata di oggi, termine ultimo del bando indetto dal Comune per ridare nuova vita all’ex acquario. Ampio e articolato il progetto presentato, che prevede all’interno del Delfinario l’ospedale per la cura delle tartarughe (oggi ancora a Riccione), attività ed eventi dedicate alla scoperta e alla difesa del mare e della sua fauna. L’area dedicato alle tartarughe sarà aperta al pubblico, con visite guidate condotte da biologi ed esperti.


Categorie: Varie

Gli animali al tempo dell’emergenza Coronavirus: il vademecum dell’Enpa. Aggiornato al 24 marzo

27/03/2020

Gli animali non trasmettono il coronavirus: continuiamo a dirlo con molta chiarezza. Ma cosa cambia nel nostro agire quotidiano in questi giorni di emergenza? Cosa possiamo fare e cosa non dobbiamo fare per la tutela della salute di tutti?
In questi giorni Enpa ha ricevuto migliaia di quesiti.
Abbiamo realizzato un vademecum, che alleghiamo, anche in formato stampabile. Non stampare se non necessario, per non sprecare carta. Potete condividere il vademecum. Ma attenzione: il vademecum, a causa delle continue novità, potrebbe essere aggiornato in ogni momento. Attualmente è aggiornato al 24 marzo

 

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Categorie: Varie

Cani e gatti, le scorte di cibo ridotte all’osso. Nei rifugi bresciani le scorte scarseggiano

27/03/2020

Cinzia Rebomi «Abbiamo bisogno di tutto: cibo per i nostri animali soprattutto, ma anche disinfettanti, medicine, sabbia per gatti…». L’appello arriva dai volontari dei canili rifugio bresciani, che devono loro malgrado fare i conti con l’emergenza Coronavirus. Nessun aumento di abbandoni, per fortuna, e le richieste di ricovero temporaneo per cani rimasti soli per il ricovero ospedaliero o la morte dei padroni, o in quarantena obbligatoria, si contano sulle dita di una mano. Evidentemente la catena della solidarietà funziona, con familiari o vicini di casa che si prendono cura dei quattrozampe. NONOSTANTE la nostra provincia sia l’epicentro del contagio, circostanza che spingerebbe a trascurare aspetti secondari, Brescia si conferma petcare. (bresciaoggi)


Categorie: Varie

Coronavirus. Chiude alle visite il Parco dei Virunga per proteggere i gorilla di montagna in via di estinzione

26/03/2020

Il coronavirus non si trasmette agli animali domestici, peraltro dissimili dal’uomo come cani e gatti. Ma il timore che il Covid-19 possa invece passare a primati ‘specchio’ dell’essere umano come le grandi scimmie ha fatto scattare una sorta di auto-isolamento anche nel “Virunga National Park” della Repubblica democratica del Congo, il santuario dei gorilla di montagna già a rischio di estinzione.
Il parco naturale dell’Africa centrale ha bloccato le visite fino al primo giugno, segnala il sito Cgtn Africa ricordando che Virunga è la ‘casa’ di circa un terzo dei gorilla di montagna al mondo.
“Consigli di esperti scientifici indicano che i primati, inclusi i gorilla di montagna, probabilmente sono suscettibili di complicazioni derivanti dal virus Covid-19”, ha sostenuto l’ente Parco dei Virunga motivando la propria scelta.
Anche il confinante Ruanda sta temporaneamente chiudendo al turismo e all’attività di ricerca in tre parchi nazionali dove si trovano scimmie come gorilla e scimpanzé.
I gorilla di montagna in particolare sono inclini a malattie respiratorie che colpiscono gli esseri umani e un semplice raffreddore può ucciderli, come avverte il “World Wide Fund for Nature” e questa è una ragione per cui ai turisti, in genere, non è consentito di avvicinarsi troppo a questi esemplari, un migliaio dei quali vivono in aree protette fra Congo, Uganda e Ruanda.
C’è la regola dei sette metri di distanza da mantenere tra uomo e gorilla ma uno studio condotto da un istituto ugandese assieme all’Università dell’Ohio ha rilevato che la norma viene violata quasi sempre, il 98% delle volte: e in quattro casi su dieci non dal turista, ma dal gorilla stesso. 


Categorie: News dal Mondo

Convivenza con il nostro cane durante la quarantena

26/03/2020

Cani e gatti che adorano stare in compagnia dei loro padroni sono forse gli unici a vivere con gioia la quarantena imposta del coronavirus. Il problema è come regolare questa prolungata convivenza in modo di ricavarne benessere e equilibrio per cane e umano.
Ribadendo che non sussiste alcun rischio di contagio con i pet, ci sono delle ottime notizie: secondo Marco Melosi, presidente dell’associazione nazionale medici veterinari, l’Anmvi, «i cani sono una certezza in un periodo in cui non possiamo nemmeno stringerci la mano». Abbracciarli non solo non costituisce un pericolo, ma può pure dare un conforto e un sostegno psicologico alle tante persone che vivono la quarantena in solitudine, per le quali il proprio animale è l’unica compagnia dentro casa. Certo, nel caso di un gatto la gestione è parecchio più semplice perché si elimina il problema delle uscite e dei lavaggi, ma il cane non deve ugualmente destare preoccupazione – a patto d’organizzare la sua routine con una precisione chirurgica, cosa di cui può beneficiare non soltanto lui, ma anche il padrone.
I momenti clou della giornata sono quelli dedicati alla passeggiata anche se con le recenti restrizioni definirla tale è un eufemismo. Il cane adulto deve uscire per fare i propri bisogni. Potendo stare fuori per poco tempo, e sempre in prossimità dell’abitazione, è importante che ogni proprietario calcoli con precisione la resistenza del proprio cane, così da organizzare delle mini-trasferte chirurgiche che non infrangano le limitazioni imposte. In generale, un cane riesce a trattenersi per circa otto/nove ore, e può quindi essere portato fuori, idealmente, al mattino verso le 8/8:30; al pomeriggio intorno alle 16/16:30, infine la sera tra le 23:30 e mezzanotte. In tal modo, arrivando al limite non sarà necessario intraprendere una lunga passeggiata, e tutto potrà essere risolto stando a pochi metri da casa.
Il gioco
La netta riduzione del tempo dedicato alle passeggiate, alla socializzazione in area cani e di conseguenza trascorso all’aria aperta potrebbe essere causa di tristezza per il cane – esattamente come per gli esseri umani. Entrambi non devono perciò rinunciare alla parte fondamentale del gioco, che può essere comunque portata avanti entro le mura domestiche o (per chi ce l’ha) in giardino. Munitevi di palline, pupazzetti, corde di cotone o quant’altro, e imponetevi – per lui, ma pure per voi – di dedicare un’ora al giorno alla ‘ricreazione’, cogliendo pure l’occasione di insegnare al vostro cane, qualora non li avesse ancora assimilati, i comandi base del ‘seduto’, ‘resta’, ‘lascia’, ‘cuccia’.
Sono momenti difficili ma cerchiamo di affrontarli con equilibrio perchè i nostri 4zampe se c’è una situazione di difficoltà, di stress da parte dei loro umani la percepiscono ed è per loro fonte d’angoscia.
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Categorie: Curiosità

La storia di Michela che aspetta di incontrare il cane che ha adottato prima della pandemia

26/03/2020

“Ho perso Sissi dopo 16 anni e due mesi di amore. E’ successo in una fredda giornata di gennaio. Io e mio marito ci stiamo separando, per me lei era la mia famiglia. Troppo dolore, troppa solitudine per pensare di adottare un altro cane. Ma si sa, le nostre convinzioni crollano facilmente quando incontriamo lo sguardo intenso di un pelosetto. E così è successo con te. Pelo bianco arruffato, occhioni neri, è stato subito un colpo di fulmine (a distanza). Ho contattato la volontaria dell’Enpa di Marsala. La felicità quando mi ha scritto: “è disponibile”! Ho compilato i documenti per l’intestazione, il preafffido era stato fatto ed era andato a buon fine. Tutto organizzato. Quindici giorni e saresti arrivato da me con una staffetta il 14 marzo. Poi è cambiato tutto.
Dovrò aspettare per conoscerti. Ma io non mollo! Io ti aspetto! Per me sei già la mia famiglia, non importa quanto dovrò attendere, io ti ho già adottato e non vedo l’ora di farti dimenticare i sei mesi terribili che hai passato, legato 24 ore su 24 a quella catena. Alle persone che decidono di adottare un amico a 4 zampe che sia cane, gatto o qualsiasi altro animale dico di non scoraggiarsi se ci sono delle difficoltà per farlo arrivare. I nostri amici non sono degli oggetti ma esseri viventi che hanno bisogno di amore, come noi…e ne possono dare molto e sono dei compagni di vita meravigliosi Fiocco io ti aspetto!”


Categorie: Storie del cuore

Nella Lombardia prostrata dal coronavirus qualcuno pensa a riaprire la caccia alla volpe e ricorre al TAR

26/03/2020

Con una ordinanza pubblicata il 10 gennaio scorso, il TAR Lombardia, al quale si erano rivolte ENPA, LAC e LAV, aveva sospeso alcune parti del piano che prevedeva l’uccisione delle volpi sul territorio della provincia di Lodi. L’ordinanza, infatti, aveva rilevato che il piano violava la legge nazionale sulla tutela degli animali selvatici, in particolare consentendo le uccisioni delle volpi agli stessi cacciatori, in contrasto con la norma nazionale che consente tale attività solo ai pubblici ufficiali e in difformità con le numerose pronunce della Corte Costituzionale che hanno già censurato altre leggi regionali simili a quella lombarda. Il piano di Lodi, inoltre, ha lo scopo principale di uccidere le volpi anche tramite il crudele metodo della caccia in tana.
Ora le Associazioni hanno ricevuto la notizia che la Regione Lombardia, depositando un atto sottoscritto lo scorso 5 marzo, ha impugnato l’ordinanza del TAR chiedendone la riforma al Consiglio di Stato.
È raccapricciante dover constatare che in piena emergenza Coronavirus, in Lombardia, la regione più martoriata del nostro Paese, gli amministratori hanno buon tempo da spendere per pensare agli interessi dei cacciatori e alla tutela del loro passatempo sanguinario” – dichiarano le Associazioni animaliste.
In effetti sarebbe stato sufficiente attendere il prossimo 16 luglio, quando al TAR si terrà l’udienza di merito, per sostenere le ragioni di coloro che vorrebbero uccidere quante più volpi possibile, solo perché sono competitori dei cacciatori.
Ma evidentemente la Regione ha un gran desiderio di rimettere rapidamente i fucili in mano ai cacciatori, e il fatto di destinare risorse ed energie a questa causa lo dimostra, nonostante il momento critico che stanno vivendo tutti i cittadini lombardi, per i quali il primo interesse è certamente uscire vivi dall’emergenza Coronavirus, non la crudele passione dei cacciatori.
Con questa ultima decisione la Regione Lombardia si conferma come una tra le più fanatiche sostenitrici dei cacciatori, disposta a impegnare denaro e persone per sfidare la Giustizia Amministrativa che ha dichiarato l’illegalità di un suo atto.
“In questo momento così drammatico, siamo vicini ai cittadini lombardi che hanno ben altre preoccupazioni a cui pensare, certamente più gravi e preoccupanti che il desiderio dei cacciatori di poter sparare ai cuccioli di volpe nelle loro tane”, concludono Enpa, LAC e LAV.


Categorie: Varie

Coronavirus. La denuncia dell'Enpa di Treviso: a rischio i gatti delle colonie feline

26/03/2020

A lanciare l’allarme è il presidente dell’Enpa di Treviso, Adriano De Stefano in un’intervista apparsa su oggitreviso.it. “Abbiamo ricevuto segnalazioni da parte di persone che si occupano dei gatti delle colonie feline, le quali ci dicono di essere state controllate per strada, ma che la motivazione di dover dar da mangiare ai gatti non è stata ritenuta valida”, racconta De Stefano.
“Una situazione che direi indirettamente rasenta il maltrattamento di animali, dato che di fatto non viene consentito di andar a dar da mangiare ai gatti – prosegue -. Una circolare ministeriale dice a chiare lettere che è consentito spostarsi per occuparsi dei gatti delle colonie feline garantite dalla legge.
La sto girando a chi mi chiama per sapere come deve comportarsi: nessuno può impedire alle ‘gattare’ di andare a dar da mangiare ai gatti di cui si occupano”.
I telegiornali nazionali hanno fatto servizi in cui rassicurano la popolazione sul fatto che i cani che abbiamo in casa non possono in alcun modo trasmettere il Coronavirus, temendo un aumento degli abbandoni. Fortunatamente in provincia non si sono verificati casi di abbandono di cani a causa del Coronavirus.
“A noi non ce ne risulta nemmeno uno – afferma De Stefano -. In canile stiamo proseguendo con l’attività, anche se abbiamo pochissimo personale. In qualche modo comunque riusciamo ad andare avanti…

Il problema grosso ora ce l’abbiamo come ho detto coi gatti in libertà…”.


Categorie: Varie

Coronavirus. Enpa: "Vietare la caccia e consentire la cura dei randagi"

25/03/2020

Il Governo, nella predisposizione della lista delle attività cosiddette “vitali”, deve escludere la “caccia”, in particolar modo i piani di uccisione degli animali selvatici con il pretesto del “controllo” delle popolazioni. Perché nelle prime bozze circolate, la caccia e le “attività connesse” sono in maniera del tutto ingiustificata considerate vitali, quindi autorizzate.
“Se quella lista venisse confermata e impugnare il fucile contro i selvatici fosse considerato vitale per decreto, sarebbe gravissimo”, dichiara Carla Rocchi, Presidente Nazionale di Enpa. “È vero che in questo periodo la stagione venatoria è chiusa, ma è anche vero che in molte Regioni si può continuare a sparare grazie a quei piani di controllo che rappresentano una vera deregulation della normativa nazionale: in particolare sono autorizzati gli abbattimenti selettivi della volpe e del cinghiale in violazione delle norme vigenti.”
In questa situazione, ci sarebbero centinaia di cacciatori autorizzati a spostarsi in disprezzo di quel distanziamento sociale che viene giustamente imposto.
Chiediamo piuttosto il Presidente del Consiglio dei Ministri Conte di chiarire con forza – come ha già fatto il Ministero della Salute – che è consentita ogni attività connessa alla cura e al soccorso degli animali, dei randagi, delle colonie feline e dei gatti liberi, dei selvatici. I volontari devono continuare a potersi occupare di questi animali senza alcun equivoco e senza lasciare ai Comuni la libera interpretazione della norma. Per questo è necessario che questa specifica attività sia espressamente inserita nel decreto che il Governo sta per varare. Ma la caccia no, proprio no!


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Coronavirus. Se torno da una passeggiata con il mio cane devo pulirgli le zampe?

25/03/2020

“La sopravvivenza del nuovo coronavirus negli ambienti esterni non è al momento nota con certezza. Se il cane viene a contatto con le zampe con secrezioni respiratorie espulse a terra da persone infette – spiega l’Iss – è teoricamente possibile che possa trasportare il virus anche se non vi sono al momento evidenze di contagi avvenuti in questo modo. Quindi, si tratta di osservare l’igiene accurata delle superfici e delle mani lavando i pavimenti con soluzioni a base di cloro all’0.1% (la comune candeggina o varechina), le altre superfici con soluzioni a base di cloro allo 0,5% e le mani con acqua e sapone per oltre 20 secondi o con soluzioni/gel a base alcolica, per uccidere i virus”. “E’ possibile al rientro a casa lavare le zampe del cane con acqua e sapone, analogamente a quanto facciamo con le nostre mani, avendo cura di asciugarle bene e comunque – aggiunge l’Iss – è opportuno evitare di farlo salire con le zampe su superfici con le quali veniamo a contatto (ad esempio su letti o divani)”. Anche noi che lo abbiamo accompagnato fuori, al rientro in casa dobbiamo lavare i capelli e gli indumenti indossati? Il virus sopravvive su capelli e indumenti? “Con il rispetto della distanza di almeno un metro dalle altre persone è poco plausibile che i nostri vestiti, o noi stessi, possano essere contaminati da virus in una quantità rilevante. Tuttavia, sempre nel rispetto delle buone norme igieniche, quando si torna a casa è opportuno riporre correttamente la giacca o il soprabito senza, ad esempio, poggiarli sul divano, sul tavolo o sul letto”. (Mal/AdnKronos Salute) 


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