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Tra gli animali da compagnia i cani sono le prime vittime degli avvelenamenti tra le mura domestiche

06/02/2012

Il Centro antiveleni e la Facolta’ di Medicina Veterinaria, (dipartimento di Scienze e tecnologie veterinarie per la sicurezza alimentare, sezione Tossicologia) di Milano hanno pubblicato sulla rivista ‘Veterinary Record’ una ricerca, tra le più approfondite fin ora condotte nel nostro Paese, per evidenziare come, anche in casa, si nascondano insidie che possono minacciare la salute dei nostri animali domestici.
I maggiori pericoli sono rappresentati dal cassetto delle medicine, l’armadietto dei detersivi, ma anche le piante di casa dove gli animali di casa possono entrare in contatto o ingerire sostanze velenose. A rimanere vittime di questi incidenti domestici sono soprattutto i cani come evidenzia lo studio.
I ricercatori hanno inserito e classificato in una banca dati informatizzata la casisica epidemiologica relativa ad avvelenamenti di animali raccolta dal 2000 al 2010.
Ne è emerso che tra gli animali destinati alla produzione alimentare i più colpiti sono gli animali di piccole dimensioni, vengono poi i cavalli, i ruminanti e altri animali. Le specie esotiche e selvatiche sono pressochè in grado di tenersi alla larga dalle sostanze tossiche. Atrettanto non si può dire del cane che tra gli animali domestici e’ infatti la specie piu’ comunemente coinvolta nei casi di avvelenamento e i pesticidi la principale sostanza tossica che ha provocato i vari incidenti.
Gli avvelenamenti di animali domestici sono principalmente causati da antiparassitari veterinari, come i prodotti comunemente usati nei trattamenti contro pulci e zecche per proteggere i nostri quattrozampe, lasciati poi incustoditi nelle case, e da farmaci per uso umano. Nella classificazione seguono i detersivi per la casa e le piante velenose. “In Italia – hanno sottolineato i ricercatori – i dati pubblicati su questo argomento sono scarsi, ma sono invece fondamentali per una migliore gestione degli avvelenamenti di animali domestici, nel tentativo di ridurre la mortalita’”.


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