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Voleva uccidere una lepre, cacciatore ferisce padre e figlio senza soccorrerli

15/10/2019

Dopo la bufala dei 300 lupi che vagano per il Trentino, alla probabile ricerca di Cappuccetto Rosso, giovedì 10 ottobre è stata diffusa la vera e inquietante notizia: due persone sono state ferite nella zona di Marani di Ala (Trento) da un colpo di fucile esploso da un cacciatore.
La bufala dei 300 lupi è stata smentita dalla Provincia Autonoma di Trento, mentre due persone sono finite davvero al pronto soccorso, colpite da una selva di pallini sparati da un cacciatore che voleva uccidere una lepre. Le vittime sono padre (anch’egli cacciatore) e figlio, un sedicenne, che hanno dovuto fare ricorso al pronto soccorso di Rovereto, per le cure del caso. Se è già è molto preoccupante che vi siano soggetti che possono girare armati e sparare negli stessi luoghi frequentati anche persone disarmate e inermi: escursionisti e fungaioli, lo è ancor di più il fatto che il cacciatore, accortosi di aver colpito delle persone, non abbia prestato loro soccorso, ma si sia dato alla fuga. Per lui era più importante sottrarsi a controlli e sanzioni che soccorrere le sue vittime.
In considerazione del grave, reale e persistente rischio di ferimento, se non di uccisione, cui sono esposti tutti i cittadini, a causa di soggetti armati e quindi pericolosi, l’Enpa sollecita il Commissario del Governo a convocare urgentemente il “Comitato per la sicurezza”, affinché si metta fine ad azioni che mettono in pericolo l’incolumità dei residenti provvedendo anche la sospensione delle attività con uso di armi. La sicurezza di uomini e animali viene prima di tutto.


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