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Vivisezioni e test abusivi su animali: veterinaria condannata per le atrocità compiute in un laboratorio clandestino a Mirandola

08/02/2013

Due mesi di reclusione, convertiti in una multa di 15 mila euro, senza sospensione condizionale della pena, oltre al risarcimento delle spese legali alle Associazioni costituitesi parti civili tra cui la LAV denunciante: questa la condanna inflitta questa mattina dal Tribunale di Modena a carico del medico veterinario incaricato delle sperimentazioni su animali all’interno del laboratorio abusivo scoperto a Mirandola nel 2011 (Modena).
Il caso, il primo in Italia, fu smascherato a seguito dell’intervento della Guardia di Finanza coadiuvata delle Guardie zoofile della LAV e ha già portato alla recente sentenza di condanna a carico del titolare del laboratorio abusivo di sperimentazione del modenese, denunciato per maltrattamento e uccisione di animali.
La condanna emessa oggi ha riguardato il ruolo della veterinaria, una figura fondamentale per il benessere degli animali usati a fini sperimentali e che auspichiamo, con la nuova legge nazionale, sia indice di effettiva tutela e di rigorosa applicazione delle disposizioni, senza lasciare la sofferenza e la vita di esseri senzienti nelle mani di persone che operano in modo discutibile o con evidenti interessi.
Un caso eclatante di sperimentazione illegale che ha già visto colpevole il titolare, R.C., dopo che per anni sotto la sua responsabilità sono stati eseguiti migliaia di test al di fuori di ogni legge e norma igienico-sanitaria.
Sperimentazioni invasive su animali anche non anestetizzati, da iniezioni a inserimenti sottocute di materiali a test di tossicità che portavano a morte; inoltre, gli animali erano tenuti in condizioni pessime, praticamente immobili e in mezzo alla sporcizia. Una situazione inaccettabile che ha portato a necrosi ed evidenti segni di sofferenza sulla schiena. Nel laboratorio clandestino sarebbero state effettuate più di 1.300 sperimentazioni di biocompatibilità e testati 566 tipologie di prodotti medicali. 
“Un reato gravissimo quello che ha portato alle due condanne, lo scorso ottobre a carico del titolare R.C. e oggi a carico della veterinaria, le prime in Italia per un caso di sperimentazione illegale. Anche questa sentenza conferma come tutti gli animali siano oggi oggetto della normativa penale sul maltrattamento (legge 189 del 2004), senza distinzione alcuna, anche se oggetto di attività speciale, come in questo caso la sperimentazione animale”, afferma la LAV.
“Una nuova sentenza importante in un contesto intoccabile come la sperimentazione animale: le responsabilità a carico della veterinaria sono evidenti e gravi, tanto da suggerire la richiesta di radiazione dall’Albo – afferma Michela Kuan, biologa, responsabile LAV settore Vivisezione – Purtroppo né la legge nazionale né quella europea pongono, ad oggi, (l’Italia deve ancora recepire il nuovo testo comunitario) reali vincoli nel ricorso all’animale e mancano totalmente i controlli. Questo caso è unico perché ha permesso di aprire un varco in questo muro silenzioso, sottolineando come le poche volte in cui sono entrate le telecamere negli stabulari, abbiano trovato situazioni illegali. Speriamo che questo grave caso faccia capire l’inutilità della sperimentazione animale, infatti negli anni di abusivismo nei quali ha operato la struttura, sono stati messi in commercio presidi medici basati di fatto, sulla sola sperimentazione clinica.”

Fonte: lav.it


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