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Vitelli vivi usati come esche avvelenate per attirare e uccidere i lupi nel Parco regionale del Sannio

06/05/2019

Animali come esche vive per costringere lupi a mangiare esche avvelenate. È lo scenario scoperto dai carabinieri forestali durante un controllo all’interno del Parco Regionale del Taburno-Camposauro, nel Sannio, a quota superiore ai 1200 metri.
I militari delle stazioni di Airola e Montesarchio hanno rinvenuto, sospesa ad un albero, la carcassa di un vitello, alla cui zampa anteriore erano legate interiora di un altro animale cosparse di una sostanza di colore azzurro intenso. La morte quasi istantanea degli insetti che vi si posavano sopra ha fatto subito capire ai carabinieri l’elevata tossicità della sostanza.
Su loro richiesta, sono intervenuti i veterinari Asl del distretto di Montesarchio, che hanno provveduto alla rimozione della carcassa e delle frattaglie. In corso accertamenti per determinare la causa della morte dell’animale e la natura della sostanza venefica.
Gli operatori di polizia giudiziaria ipotizzano che il vitello sia stato appeso alla pianta ancora vivo per attirare e uccidere i lupi, che notoriamente disdegnano di cibarsi di animali già morti. Diverse, infatti, sono le testimonianze di avvistamento di questi animali nell’area. Le indagini proseguiranno per individuare i responsabili. Le ipotesi di reato sono uccisione e maltrattamento di animali.


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