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Vandali in azione a Vercelli e a L’Aquila. Distrutti i rifugi e scacciti gatti e cani, anche quelli malati

29/10/2018

Sono circa trenta gatti fatti scappare di notte dopo che alcune persone maligne e incoscienti sono entrate di nascosto nel gattile comunale di Vercelli, gestito dall’associazione Baffi e Code. I vandali, dopo aver forzato la porta d’ingresso della struttura, hanno tagliato la recinzione esterna facendo scappare gli animali; inoltre hanno aperto le gabbie dove erano rinchiusi alcuni esemplari sterilizzati, e hanno portato via due computer e un telefono. Sul posto i carabinieri e il personale dell’associazione. In mattinata anche la sindaca Maura Forte e l’assessore Emanuele Caradonna hanno effettuato un sopralluogo, per verificare l’entita’ dei danni e ascoltare i volontari. “Siamo meravigliati di questi atti vandalici senza senso – sottolineano -; abbiamo garantito all’associazione l’impegno a intervenire in base alle loro necessita’ e richieste”.
Poco diverso quanto accaduto a L’Aquila dove alcuni individui hanno compiuto un vero e proprio atto di intimidazione ai danni dei volontari Enpa di Ofena. Ignoti hanno divelto la recinzione di un piccolo box usato come stallo per i randagi, si sono introdotti nella struttura dove hanno vandalizzato due cucce, devastato le ciotole, distrutto le coperte. In quel recinto viveva Rocky, un randagio di 7 anni che non aveva mai dato fastidio a nessuno, ma, anzi era accudito con affetto dai residenti di Ofena (L’Aquila) che non gli negavano mai una carezza e non gli facevano mai mancare cibo né acqua. I danni, stima l’Enpa di Ofena, dovrebbero ammontare a diverse centinaia di euro. Una cifra, questa, che per la realtà dei volontari Enpa di Ofena è davvero importante. E’ invece impossibile quantificare economicamente le conseguenza psicologiche di questo gesto criminale.
«L’unico dato positivo è che i teppisti non se la sono presa con Rocky. Il cane è riuscito a scappare e a mettersi in salvo. Il danno, tuttavia, è enorme perché il recinto – spiega Federica D’Addario, responsabile della locale Sezione Enpa – ci era stato concesso in comodato d’uso da una concittadina residente all’estero. Noi lo utilizzavamo come punto d’appoggio,come stallo temporaneo per i randagi che insistono sul territorio».
Adesso i volontari temono di non poter più utilizzare quello spazio così prezioso. E per il Comune di Ofena, che sul piano del contrasto al randagismo lascia molto a desiderare, questa sarebbe una perdita gravissima. «Siamo stanchi – prosegue D’Addario – perché sono mesi che richiamiamo  l’amministrazione comunale e il sindaco alle loro responsabilità di legge, sollecitandoli a fare di più nella lotta contro questo triste fenomeno. Ma ci troviamo di fronte a un muro di gomma: purtroppo, ne prediamo atto, non c’è la volontà politica di affrontare il problema. E le conseguenze di ciò, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti. Perché l’illegalità genera altra illegalità o, meglio, la convinzione che essa sia la norma.».
Naturalmente, l’Enpa di Ofena ha denunciato alle autorità il grave atto intimidatorio di cui l’associazione è stata oggetto.


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