L’artigiano Kohei Kirimoto distribuisce cibo e acqua non solo per i suoi tre gatti scomparsi, ma anche per i felini della comunità che vivono nel mercato di Asaichi a Wajima, uno dei tre mercati mattutini più grandi del Giappone, con oltre 200 bancarelle. La sua storia risale a oltre 1.000 anni fa, quando la gente del posto barattava pesce e verdure durante le feste dei santuari.
Qui la famiglia Karimoto aveva da più di 200 anni un laboratorio con vendita di pregiati oggetti laccati, ridotta in un mucchio fumante dopo il terremoto di Capodanno e il successivo incendio che l’ha distrutta.
Kohei cerca i suoi gatti e non solo perchè riconosce l’importanza della loro presenza nella sua vita ma anche per il ruolo di sostegno nell’alleviare l’isolamento e l’angoscia che il Covid-19 aveva imposto a Wajima. Kirimoto dice che vuole trovarli e aiutarli a “tornare alla loro esistenza quotidiana”.
Il giovane artigiano gira per quello che era un mercato pieno di vita per distribure cibo e acqua non solo per i tre gatti che vivevano in quella che era stata la sua casa e il suo spazio di lavoro, ma anche per le dozzine di felini della comunità che vivevano nel mercato.
L’artista giapponese della lacca Kohei Kirimoto mostra una foto dei suoi gatti scomparsi, mentre li cerca.
La famiglia Kirimoto era un pilastro di Wajima da più di due secoli, producendo ciotole e mobili in legno “urushi” finemente lucidati che costituiscono un patrimonio culturale del paese. Lo stesso Kirimoto ha guadagnato fama internazionale fondendo quell’arte con gioielli e borse firmate.
Kohei però, mentre fruga tra le macerie, dice che questa antica eredità e la sua fama sono ormai realtà lontane dalla sua mente.
“Non sono preoccupato per gli strumenti e l’arte”, ha detto. “Posso ricreare quelle opere quante volte voglio. Mi preoccupo solo della vita, solo della vita dei gatti”.
Kirimoto va in giro distribuendo le razioni per i gatti, alcuni amici e conoscenti si sono fermati a chiacchierare. Immersi insieme nella scena della distruzione, si sono ricordati del lavoro che li attendeva dopo lo shock iniziale del disastro.
“In questo momento, le nostre menti sono vuote”, ha detto Kohei. “Wajima si è ripresa solo di recente dalla crisi del Covid-19 che ha affamato la città e distrutto il commercio. L’epidemia ha portato la depressione delle persone, che i gatti hanno contribuito ad alleviare”.
Mentre non perde le speranze e continua a cercare i suoi gatti che tanto l’hanno aiutato, a chi gli chiede di loro racconta di loro, due li ha adottati di recente da un santuario vicino e un altro, un cucciolo che per tre anni è stato il compagno più affettuoso e amorevole anche durante la pandemia.
“Sono grato per tutta la felicità che mi hanno dato”, ha detto, scoppiando in singhiozzi. “Sono grato.”
Categorie: Gatti, News dal Mondo
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