Sos tartarughe marine. Sono 100 mila gli esemplari che muoiono ogni anno nel Mediterraneo a causa di catture accidentali, inquinamento, traffico nautico e scomparsa dei siti di nidificazione. La denuncia arriva dal Centro turistico studentesco (Cts) che il 4 agosto celebra il “Tarta Day”, la giornata dedicata alla tartaruga marina. Numerose le iniziative di sensibilizzazione in tutta Italia che vedono coinvolti pescatori, turisti, diportisti, sub, amministrazioni e popolazioni locali.
Il principale pericolo per questa specie, spiega il Cts, sono le catture accidentali durante le attività di pesca professionale ma anche il traffico nautico, particolarmente intenso nel Mediterraneo, con le molte collisioni che sfociano sempre nella morte degli animali. Secondo una stima dell’Unione petrolifera, ricorda il Cts, nel Mediterraneo finisce ogni anno un milione di tonnellate di idrocarburi. Altri fattori che mettono a rischio le tartarughe marine sono la pressione demografica sul bacino che riduce i siti di nidificazione: in Italia si registrano ogni anno, mediamente, appena 3-5 nidificazioni che si concentrano nelle isole Pelagie (Linosa e Lampedusa) e lungo la costa ionica della provincia di Reggio Calabria. “L’iniziativa del Cts – commenta il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, in base a quanto riferisce lo stesso Centro turistico studentesco – contribuisce a difendere una specie fra le piu’ preziose del Mediterraneo. Anche il ministero è impegnato con il Cts in difesa degli animali che sono i simboli dei nostri mari”. “La situazione delle tartarughe marine nel Mediterraneo – spiega Stefano Di Marco, numero due del Cts – è allarmante e preoccupante. Il nostro appello è rivolto principalmente alle istituzioni, in primis alle Regioni e al ministero dell’Ambiente al quale chiediamo di sostenere le attività dei numerosi Centri di recupero tartarughe marine che operano lungo le coste italiane”.
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