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Stop macachi in scena all’Argentina di Roma. Enpa: nessun “cavillo” burocratico, mancanza adempimento obblighi di legge. Basta ricorrere agli animali per farsi pubblicità

08/10/2016

In merito a quanto reso noto da fonti di stampa circa l’annullamento del terzo atto dell’Orestea per mancanza di autorizzazione, l’Enpa, che è sempre e comunque contrario all’uso di qualunque specie animale per qualsiasi tipo di spettacolo, ha voluto precisar quanto segue.
I macachi, a cui è affidata la parte delle terribili erinni che lottano contro Oreste, appartengono ad una specie minacciata e, come tali, rientrano nella disciplina prevista dalla legge 150/1992 che ha applicato anche nel nostro Paese la Convenzione di Washington sul commercio internazionale di specie animali e vegetali a rischio di estinzione, “Cites” sotto il controllo del Corpo Forestale dello Stato.
I macachi, inoltre, all’articolo 6 della medesima legge vengono ricompresi nell’elenco delle specie considerate pericolose per la salute e l’incolumità pubblica. L’utilizzo dei primati è dunque soggetto ad autorizzazione; autorizzazione che deve essere richiesta e rilasciata dalla prefettura, pur rientrando la materia tra le competenze generali del Ministero dell’Ambiente.
L’impiego di macachi come di altri animali anche per rappresentazioni quali spettacoli teatrali o iniziative che nulla hanno a che vedere con le loro esigenze etologiche, rappresenta una forte fonte di stress psico-fisico. Diverse sentenze della magistratura hanno riconosciuto la condizione dello stress psico-fisico come maltrattamento. Ed è proprio per evitare questo genere di situazioni che il Comune di Roma, tra i primi d’Italia, si è da tempo dotato di un Regolamento di tutela degli animali che all’articolo 16 prevede ampi divieti per le rappresentazioni che ne fanno uso.
Appare certo poco apprezzabile la scelta di ricorrere alla presenza di animali come espediente per farsi pubblicità o attirare il pubblico in teatro.


Categorie: Animali e Cultura