«Con il via libera dell’Emilia Romagna allo sterminio delle volpi, mamme e cuccioli massacrati all’interno delle loro tane, diventa ancora più impellente sottoscrivere la petizione con cui chiediamo al Parlamento di mettere fuori legge la caccia alla volpe e, più in generale, la caccia in tana». Così l’Ente Nazionale Protezione Animali all’indomani dell’approvazione del piano di controllo della volpe per il quinquennio 2019-2023. Voluto dall’Emilia Romagna per compiacere le doppiette, il piano prevede la pratica crudele dello sterminio della volpe in tana e l’illegittimo coinvolgimento di “operatori abilitati dalle regioni”. Si tratta di una perifrasi utilizzata per indicare i cacciatori che abbiano frequentato un corso, ma che, stando a ben 5 sentenze della Corte Costituzionale, non potrebbero e non dovrebbero essere impiegati per gli interventi di “selezione” sulla fauna. Coinvolgerli in tali interventi è incostituzionale perché la legge nazionale, la 157/92, stabilisce che tali interventi siano affidati unicamente a personale pubblico.
Oltre alla petizione, Enpa ha lanciato una iniziativa sulla propria pagina Facebook per chiedere al presidente Bonaccini di cancellare la caccia alla volpe in tana. «Confidiamo nel senso di umanità del presidente affinché fermi questa pratica sadica, osteggiata da moltissimi cittadini. Una pratica in virtù della quale le mamme volpi vengono sbranate dai cani nel tentativo di difendere i propri piccoli all’interno delle loro tane. Cioè – prosegue Enpa – nel luogo che dovrebbe dare loro protezione e sicurezza. Neanche per i cuccioli c’è scampo: saranno uccisi dai cani o dalle fame. Basta con questa crudeltà, Bonaccini ascolti le nostre richieste, chiediamo che leggi e sentenze siano rispettate e soprattutto che si rispetti il diritto alla vita delle mamme volpi e dei loro cuccioli».
Nel piano ci sono anche elementi positivi, quali il divieto di ripopolamento venatorio e l’applicazione di varie metodologie ecologiche, prioritarie rispetto agli abbattimenti (è il caso della custodia degli animali da cortile), ma restano in secondo piano rispetto alle molte criticità, quali – ad esempio – il già citato coinvolgimento di figure estranee alla legge nazionale 157 92 nelle operazioni di “gestione” faunistica. E, soprattutto, rispetto ad una impostazione di fondo che, con il via libera alla caccia in tana, rasenta il sadismo.
La petizione per lo stop alla caccia alla volpe rientra tra le attività programmate da Enpa per il “Mese della fauna selvatica”, dal 1° al 31 maggio.
Il “Mese della fauna selvatica” è una manifestazione realizzata dall’Ente Nazionale Protezione Animali grazie alla collaborazione sinergica tra tutte le professionalità e le competenze maturate all’interno dell’associazione. Il progetto Azione Comune, nato proprio con l’obiettivo di pensare e realizzare iniziative condivise e di ampio respiro quali, appunto, il “Mese della fauna selvatica”, la prima di una serie di campagne. IlCentro Comunicazione e Sviluppo Iniziative che ha contribuito alla campagna anche con la realizzazione del pieghevole e ha messo a disposizione dei volontari i gadget dell’iniziativa. L’Ufficio Fauna Selvatica, che con la propria professionalità ha collaborato in prima linea alla concretizzazione del progetto. Le Sezioni Enpa, che in 50 hanno aderito al progetto e che schiereranno i loro volontari in occasione dell’open day dell’11 e 12 maggio.
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