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Piume d’oca. “Fashion non e' un animale morto addosso” per Elisabetta Franchi, stilista cruelty free

07/11/2014

“La moda non è un animale morto addosso. La moda è altro”. Elisabetta Franchi, la maison della moda italiana con l’headquarter a Bologna, che ha chiuso il 2013 con un fatturato di 160 milioni di euro, all’indomani delle polemiche sorte a seguito del servizio trasmesso da Report di Milena Gabanelli sullo spiumaggio delle oche, torna a ribadire la sua filosofia cruelty free.
La stilista, da anni impegnata a favore della salvaguardia degli animali, spiega all’Adnkronos che la sera della messa in onda del servizio “non ero in Italia. Dunque non l’ho visto. Ma mi sono accorta che si stava muovendo qualcosa di positivo perché sui miei social sono iniziati ad arrivare messaggi. Molte amiche e fan mi scrivevano in proposito”.
Elisabetta Franchi racconta di avere appreso dal responsabile della Lav Simone Pavesi le modalità di spiumaggio delle oche lo scorso 21 gennaio. Nonostante la produzione di quasi tutta la collezione Autunno-Inverno 2014/2015 fosse già cominciata, “ho fatto di tutto per bloccare i lavori che purtroppo erano già avviati. Siamo riusciti a intervenire su 3 piumini, sostituendo i materiali di origine animale con materiali cruelty free”.
Questi capi sono attualmente in vendita, presso le boutique e rivenditori, corredati di un apposito cartellino dove viene segnalato il trattamento subito dagli animali e la scelta etica della stilista.
La maison assicura che “tutte le collezioni da oggi in poi non utilizzeranno piume di origine animale, ma solo materiali sintetici di prima qualità, adottando sistemi innovativi e sperimentali”. Sulle ragioni per le quali altre case di moda continuano ad utilizzare materiale proveniente da allevamenti animali, “non credo che non sappiano, semplicemente non si interessano”.


Categorie: Curiosità