Finora l’obbligo riguardava solo i cani. Tutti i possessori di cani sono tenuti a far impiantare il microchip al proprio cane al livello nazionale. Dall’ora in poi questa regola vale anche per il gatto di casa. Lo prevede la manovra di bilancio appena approvata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, riporta il Friuli.it. La norma vuole disincentivare gli abbandoni e l’incuri nei riguardi dei felini domestici.
In alcuni comuni, in via sperimentale, l’anagrafe felina già esiste. Nel 2015 il Comune di Trieste aveva introdotto una carta d’identità per i randagi, mirata a tutelare questi animali che vagano per le strade.
Da settembre a Pordenone per un periodo sperimentale di sei mesi i gatti vengono dotati dell’impianto e associati a un proprietario. Il Comune aveva avviato un’operazione del genere, rivolta però ai gatti dei privati, con le spese di inserimento del microchip a carico del Comune (10mila euro per circa 1.250 gatti).
Ai proprietari l’operazione non dovrebbe costare più di 20 o 30 euro al massimo. Il microchip al gatto dovrà essere applicato entro i primi due mesi di vita o entro 10 giorni dall’acquisto dell’animale o dalla sua adozione. In caso di violazione il padrone del gatto rischia una multa. Le multe variano dai 100 ai 600 euro.
Categorie: Varie
Al gattile di New York è arrivato un gattino nero polidattilo con 24 dita su enormi zampette
La storia di Gigliola: una gatta randagia che ha sconfitto il cancro
Mucca dipinta di neroazzurro per la festa scudetto dell’Inter, Enpa presenta denuncia
Pet&Dintorni è patrocinato dall’ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali, che sostiene il progetto e l’attività di Pet&Dintorni per la validità dei suoi servizi di interesse ed utilità sociale.
www.enpa.it