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Noah e Cecilia, due cani impegnati per la prima volta ad aiutare i pazienti della terapia intensiva

23/01/2024

Noah e Cecilia, due golden retriever di dieci e quattro anni, sono le protagoniste del primo ed unico progetto in Italia di Pet Therapy nella terapia intensiva nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Rivoli, nei pressi di Torino. Rivoli, la pet therapy arriva anche in terapia intensiva grazie alla  dolcezza del Golden retriever Noah | Corriere.it
Le due terapiste a 4 zampe, seguite dagli accompagnatori, si avvicinano con i loro nasi umidi e curiosi ai letti dei pazienti che hanno una situazione sanitaria critica e per circa 45 minuti, si fanno accarezzare, ci giocano per sollevare lo spirito del degente suscitando un sorriso e positività in chi vive un momento difficile. L’iniziativa, realizzata grazie ad una donazione all’Associazione Aslan, si chiama Ri-animali, ed ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita
Gli umani dell’associazione Aslan che accompagnano i cani sono molto soddisfatti dei primi approcci con i malati così come i medici del reparto: “Sicuramente i cani possono stimolare la sensibilità di chi è presente qui in rianimazione, stimolando anche i cinque sensi, quindi lavorando sulle sensibilità dei pazienti, quelli svegli e quelli non svegli, dei parenti, dei familiari ma anche degli operatori che lavorano in un setting di cure un po’ particolare”. Ad occuparsi della cura e della addestramento dei cani, che vengono sottoposti aPet therapy in terapia intensiva: accarezzare un cane allevia il dolore -  Luce periodici e accurati controlli, veterinari per garantire la sicurezza in un reparto così delicato come la terapia intensiva, è il personale specializzato dell’associazione Aslan che da dieci anni si occupa di Pet Therapy. “Si sintonizzano sul paziente, analizzano l’ambiente, leggono molto bene la comunicazione non verbale nostra. Riescono a aiutarci perché capiscono prima di noi alcune cose. Hanno un olfatto molto potente, una sensibilità molto potente”. “Questa cosa fa bene alle persone malate, fa bene agli animali stessi e fa bene anche, io credo, a tutto l’ambiente, perché comunque è un ambiente in cui l’efficacia della cura vuol dire intervenire sulle persone e dare quel diritto alla salute che noi dobbiamo garantire”.


Categorie: Cani, News dal Mondo