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No alla corrida patrimonio dell’UNESCO. Enpa aderisce alla campagna internazionale #NoauromaquiaEnUnesco

11/09/2020

Da diversi anni la lobby pro corrida sta lavorando per far si’ che la corrida sia dichiarata patrimonio culturale immateriale mondiale protetto dall’UNESCO. Il progetto dal nome di “Proyecto Tauromaquia de la UNESCO”, è un mezzo al dir poco dubbio di porre il sigillo di qualità UNESCO per poter torturare i tori fino alla morte nelle arene senza paura di obiezioni contro la pratica di uno dei passatempi più sanguinosi e crudeli al mondo. Ma le organizzazioni di tutto il mondo si stanno muovendo contro questo disastroso progetto lAnche l’Ente Nazionale Protezione Animali dice NO alla candidatura della corrida come “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” e lo fa aderendo alla campagna lanciata dalla piattaforma La Tortura No Es Cultura (LTNEC) e Animal Guardians insieme all’organizzazione Gladiadores por la Paz e AACME “#NOTauromaquiaEnUnesco che hanno lanciato un appello alle organizzazioni di tutto il mondo per mobilitarsi contro la candidatura della corrida come bene culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO.
Ricordiamo che il 15 ottobre 1978 a Parigi, proprio presso la sede dell’UNESCO, è stata sottoscritta la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale  con lo scopo di proporre un codice etico di rispetto verso l’ambiente e ogni animale. Dunque com’è possibile oggi prendere solo in considerazione di inserire questa usanza barbara, che mette al centro la sofferenza e la morte degli animali, come bene culturale immateriale dell’umanità? Veramente vogliamo che la nostra cultura sia rappresentata da uno spettacolo che mette in scena il maltrattamento e l’uccisione di un toro? Senza contare, come ha giustamente sottolineato la presidente della piattaforma Torture Is Not Culture, Marta Esteban Miñano, che non alcun senso che mentre un organismo delle Nazioni Unite, il Comitato dei Diritti dell’Infanzia, si impegna a tutelare i più piccoli dalla violenza della corrida, un altro organismo sempre delle Nazioni Unite, in questo caso l’UNESCO, inserisca proprio la corrida nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità da trasmettere a quegli stessi bambini e giovani. Un cortocircuito di intenzioni e logica. Ancor di più alla luce del momento difficile che stiamo vivendo a causa della pandemia e che dovrebbe vedere l’Unesco impegnata nella grande sfida di garantire l’istruzione a tutti i ragazzi e le ragazze del pianeta non nel promuovere uno spettacolo di violenza ed orrore.
Per fortuna centinaia di organizzazioni dall’America Latina, dagli Stati Uniti e dall’Europa si sono unite ieri per protestare contro questa candidatura creando in poche ore una vera e propria tempesta sui social ed inviando messaggi all’UNESCO attraverso l’hashtag #NoTauromaquiaEnUnesco. Anche l’Ente Nazionale Protezione Animali ha aderito al Tweet Storming. L’hashtag #NoTauromaquiaEnUnesco è arrivato tra i primi nella classifica dei Trend Topic in Spagna, Portogallo, Colombia, Ecuador e Perù, raggiungendo la posizione di tra i primi 50 trend mondiali, in posizione 44. Il segno che, unendo le forze, e remando tutti nella stessa direzione è possibile immaginare e dirigerci verso una società migliore, dove etica e diritti, di tutti anche degli animali, non siano solo parole, belle, nobili ed importanti ma, piuttosto, l’ispirazione per azioni concrete, nuove abitudini e gesti quotidiani. Iniziamo subito, diciamo basta alla corrida e mettiamo fine questo orrore!

 


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