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Nella Lombardia prostrata dal coronavirus qualcuno pensa a riaprire la caccia alla volpe e ricorre al TAR

26/03/2020

Con una ordinanza pubblicata il 10 gennaio scorso, il TAR Lombardia, al quale si erano rivolte ENPA, LAC e LAV, aveva sospeso alcune parti del piano che prevedeva l’uccisione delle volpi sul territorio della provincia di Lodi. L’ordinanza, infatti, aveva rilevato che il piano violava la legge nazionale sulla tutela degli animali selvatici, in particolare consentendo le uccisioni delle volpi agli stessi cacciatori, in contrasto con la norma nazionale che consente tale attività solo ai pubblici ufficiali e in difformità con le numerose pronunce della Corte Costituzionale che hanno già censurato altre leggi regionali simili a quella lombarda. Il piano di Lodi, inoltre, ha lo scopo principale di uccidere le volpi anche tramite il crudele metodo della caccia in tana.
Ora le Associazioni hanno ricevuto la notizia che la Regione Lombardia, depositando un atto sottoscritto lo scorso 5 marzo, ha impugnato l’ordinanza del TAR chiedendone la riforma al Consiglio di Stato.
È raccapricciante dover constatare che in piena emergenza Coronavirus, in Lombardia, la regione più martoriata del nostro Paese, gli amministratori hanno buon tempo da spendere per pensare agli interessi dei cacciatori e alla tutela del loro passatempo sanguinario” – dichiarano le Associazioni animaliste.
In effetti sarebbe stato sufficiente attendere il prossimo 16 luglio, quando al TAR si terrà l’udienza di merito, per sostenere le ragioni di coloro che vorrebbero uccidere quante più volpi possibile, solo perché sono competitori dei cacciatori.
Ma evidentemente la Regione ha un gran desiderio di rimettere rapidamente i fucili in mano ai cacciatori, e il fatto di destinare risorse ed energie a questa causa lo dimostra, nonostante il momento critico che stanno vivendo tutti i cittadini lombardi, per i quali il primo interesse è certamente uscire vivi dall’emergenza Coronavirus, non la crudele passione dei cacciatori.
Con questa ultima decisione la Regione Lombardia si conferma come una tra le più fanatiche sostenitrici dei cacciatori, disposta a impegnare denaro e persone per sfidare la Giustizia Amministrativa che ha dichiarato l’illegalità di un suo atto.
“In questo momento così drammatico, siamo vicini ai cittadini lombardi che hanno ben altre preoccupazioni a cui pensare, certamente più gravi e preoccupanti che il desiderio dei cacciatori di poter sparare ai cuccioli di volpe nelle loro tane”, concludono Enpa, LAC e LAV.


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