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Nel piacentino veterinario accusato di torture agli animali e molestie sessuali alle dipendenti

07/05/2012

E’ pesante il carico di accuse rivolte dai Carabinieri a Giuseppe Genta, un veterinario di 52 anni di Stradella (Pavia) con due cliniche veterinarie, una a Santa Maria della Versa e una a Borgonovo Valtidone, sempre nel piacentino. Il veterinario, ora agli arresti domiciliari, avrebbe soppresso cani malati soffocandoli in sacchetti di plastica, infilati ancora vivi nel congelatore della clinica o uccisi a calci. Gatti operati con dosi basse di anestesia e seviziati. A queste torture avrebbero assistito alcune dipendenti della clinica veterinaria, vittime anche loro delle angherie del veterinario, costrette a subire umiliazioni e avances a sfondo sessuale durante il lavoro.  
Ai carabinieri che gli hanno notificato le accuse e l’ordinanza di custodia cautelare, Genta ha dichiarato la sua innocenza. A incastrarlo però ci sono le testimonianze delle dipendenti dell’ambulatorio rilasciate ai carabinieri e alcune foto che mostrano animali sofferenti dopo interventi chirurgici  senza antidolorifici durante o dopo l’operazione, altri lasciati morire di fame dopo essere stati sbattuti contro le pareti. Sempre secondo le accuse, alcuni animali, malati terminali, sarebbero stati uccisi con l’iniezione letale praticata direttamente nel cuore, per provocare l’arresto cardiaco. La procedura, che tiene conto della convenzione per i diritti degli animali, prevede al contrario che l’animale sia anestetizzato, di solito con dosi triple di calmante rispetto a quelle usate per gli interventi chirurgici.
Le indagini sono ancora in corso ma in base alle testimonianze delle dipendenti delle due cliniche veterinarie, risulterebbe che l’uomo altre alle violenze sessuali costringeva le giovani ad assistere alle torture su cani e gatti e alle uccisioni degli animali. Una situazione che avrebbe provocato nelle dipendenti una forte sofferenza psicologica.
Le indagini continuano per fare chiarezza fino in fondo su quanto accadeva in queste “cliniche degli orrori”. Oltre alle pene previste per legge, il veterinario potrebbe essere radiato dall’albo.


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