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Naufragio Costa Concordia mette a rischio flora e fauna del Santuario dei Cetacei

18/01/2012

Con i suoi oltre 2400 litri di gasolio “pesante” contenuti nei serbatoi e altri materiali classificati come pericolosi o potenzialmente tali, la Costa Concordia, riversa di fronte all’Isola del Giglio, rischia di trasformarsi un una vera e propria bomba ecologica per animali e piante dell’area protetta del Santuario dei Cetacei. Un immediato intervento di messa in sicurezza in gara contro il tempo e le condizioni atmosferiche rappresenta un fattore decisivo per scongiurare un disastro ambirentale.
L’Ente Nazionale Protezione Animali e l’associazione Cittadini Ecologisti con una lettera urgente al Procuratore di Grosseto Verusio e al Ministro Clini hanno espresso viva preoccupazione per le prossime condizioni meteomarine che si faranno proibitive soprattutto tra venerdì e domenica, con un vento previsto tra i 60 e gli 80 km/h da nord e uno spiccato moto ondoso. Vi è quindi l’emergenza immediata di garantire la messa in sicurezza della nave e di provvedere ad un piano di svuotamento della stessa sia dalle tonnellate di combustibile, sia dai reflui provenienti dai servizi igienici e dalle cucine. Non è infatti solo il carburante a mettere a serio rischio l’area marina protetta Santuario dei Cetacei – dichiara Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa – ma anche gli olii delle cucine, i reflui e le sostanze chimiche provenienti dai serbatoi dei servizi igienici. La già grave tragedia rischia di divenire una vera catastrofe ambientale in una delle zone di maggiore biodiversità marina del nostro Paese che dovrebbe essere quindi tutelata in quanto area marina protetta così come dovrebbero essere garantite la salute e il benessere delle popolazioni rivierasche. La Protezione Animali e l’Associazione Cittadini Ecologisti inoltre richiedono un immediato atto del Governo teso a garantire l’eliminazione del traffico marino di navi ad alto cabotaggio che in un solo mese ha causato la perdita dei fusti contenenti sostanze altamente tossiche (il 17 dicembre scorso), peraltro non ancora recuperati e di cui le associazioni hanno chiesto chiarimenti al Ministro, e l’incidente della nave Concordia. L’area marina protetta è un santuario per animali non un cimitero.


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