La Provincia autonoma di Trento ha fatto sapere che nel corpo esamine del lupo rinvenuto ieri in Trentino in località Castel Penede a Nago Torbole è stato rilevato un colpo di un’arma da fuoco. Si tratta dunque di un gravissimo atto di bracconaggio! L’Ente Nazionale Protezione Animali è pronta a denunciare e a costituirsi parte civile in un eventuale processo per questo gravissimo reato: non si può uccidere impunemente un animale, specialmente se appartenente ad una specie protetta, importantissima per il mantenimento della biodiversità. Ricordiamo che il lupo è particolarmente protetto dalla legge 157/92 e dalle convenzioni internazionali e dalla direttiva europea Habitat. Confidiamo nel lavoro del Corpo forestale provinciale, che saprà condurre le necessarie indagini di polizia giudiziaria, al fine di individuare l’autore del grave reato e assicurarlo alla giustizia.
Il bracconaggio è un atto che defrauda tutti i cittadini, perché sottrae loro un patrimonio indisponibile dello Stato, rendendo più povera e più debole quella biodiversità tanto decantata ma sempre messa a rischio dal comportamento scellerato di alcuni. Non accettiamo l’assunto che sia la protezione di queste specie a causare la loro uccisione vigliacca! Quando avvengono questi atti inaccettabili in una società che voglia definirsi civile, la reazione deve essere una sola: più controllo e più severità verso chi infrange le leggi che tutelano l’ambiente, le persone e il nostro diritto a vivere in un territorio ricco di biodiversità. Enpa ha già attivato il proprio ufficio legale per procedere alla denuncia contro il bracconiere e si costituirà parte civile in caso di processo.
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