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Mickey, pit bull colpevole di aver sfigurato un bimbo, non verrà soppresso ma condannato a restare in canile a vita

28/03/2014

Anche in America il pregiudizio che vede tutti i pitbull come potenziali assassini da sopprimere, si va rivedendo, ma il riconoscimento per questa razza di non essere più pericolosa di altre è ancora lontano. La giustizia americana ha infatti “graziato” Mickey, il pit bull che ha sfigurato un bambino di 4 anni. La corte di Phoenix ha stabilito che il cane dovra’ essere sterilizzato e dovra’ restare in un canile per il resto della sua vita senza essere adottato: ”Non ci sara’ alcuna possibilita’ che possa fare di nuovo una cosa del genere” ha detto il giudice Deborah Griffin, che si e’ trovata a pronunciarsi su un caso che ha spaccato l’America e a decidere sul futuro di Mickey fra la vita e la morte.
Griffin, infatti, avrebbe potuto pronunciarsi per un’eventuale eutanasia del cane che, invece, viene risparmiato. Griffin ha stabilito come ‘guardiano’ di Mickey un gruppo di tutele di diritti degli animali, al quale ha concesso 30 giorni per trovare un centro di riabilitazione.
Una condanna all’ergastolo non è molto meglio della morte ma è un primo piccolo passo sul cammino che la legislazione americana sembra aver intrapreso.
Succede da quando gli animalisti e anche alcuni spettacoli televisivi hanno aiutato a considerare questi cani con una luce più positiva. Il restyling dell’immagine ha spinto molti Stati ad approvare nuove leggi che proibiscono alle comunità di vietare razze specifiche. ”I legislatori si stanno rendendo conto del fatto che etichettare i cani in base alla loro razza o il loro aspetto non è una soluzione buona”, ha detto Lisa Peterson, portavoce dell’American Kennel Club. Diciassette Stati hanno leggi che proibiscono alle comunità di adottare divieti specifici sulla razza. E non solo: i legislatori in altri sei Stati stanno considerando misure simili, mentre alcune città stanno rivedendo le politiche locali che classificano i pitbull come animali “pericolosi”. Lo rivela l’Associated Press.
Gli attivisti salutano le modifiche come il riconoscimento del fatto che la “breed specific legislation” discrimina i cani che non sono intrinsecamente aggressivi o pericolosi a meno che non siano stati addestrati ad esserlo dai proprietari irresponsabili. Laddove altri insinuano che alle spalle ci sia un lavoro di lobby. Sta di fatto che il dibattito mette milioni di proprietari di pitbull contro un numero esiguo di persone che sono state vittime di cani. Il Senato del Missouri sta esaminando un disegno di legge contro la “breed specific legislation”. E su questa strada si sono avviati anche altri legislatori: Utah, South Dakota, Washington, Vermont e Maryland. In Kansas, poi le comunità di Bonner Springs e Garden City hanno abrogato i loro divieti per i pitbull all’inizio di quest’anno. E la storia di Summer Freeman, che ha riavuto il suo cagnolone dopo averlo dovuto lasciare per nove mesi in un rifugio a Lawrence, è molto esemplificativa. Lei non sapeva che ci fosse un divieto quando si è trasferita a Bonner Springs l’anno scorso dopo un divorzio. Si è fatta prendere dal panico quando un ufficiale di polizia di controllo ha scoperto il suo animale domestico e le ha detto che aveva 15 giorni di tempo per sbarazzarsi di Titan o sarebbe stata costretta a spostarsi da quella città. La donna, incredula, ripeteva: “Penso a lui come ad un figlio. E’ al mio fianco tutto il tempo. E’ solo un bamboccione che non farebbe male a una mosca”. Una storia a lieto fine, comunque. Anche perché i proprietari di pitbull insistono sul fatto che i loro cani sono innocui, membri della famiglia amorevoli che non devono essere incolpati, a volte, per partito preso.


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