La balena che quasi una settimana fa e’ stata prima avvistata e di cui poi e’ stata recuperata la carcassa nel porto turistico di Marina Piccola a Sorrento, con i suoi 23 metri è la più grande mai recuperata nel Mediterraneo. Arrivata al molo San Vincenzo di Napoli dove si terra’ l’autopsia per poi procedere alla musealizzazione, come richiesto anche dal Parco Marino di Punta Campanella. “Solo nel 65% delle indagini post mortem effettuate – si riesce a farle soltanto nel 45% viene accertata la causa del decesso. Le indagini sul corpo della balenottera – sottolineano dal Parco – sono importanti non solo per stabilire le cause della morte, ma anche da un punto di vista scientifico e di ricerca”. Il cetaceo è stato trasferito con uno sforzo titanico grazie all’intervento di uomini e mezzi della Capitaneria di Porto che ha impegnato la direzione marittima di Napoli e gli uffici marittimi di Castellammare di Stabia e Sorrento.
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Lucio Cacace, presidente dell’area marina protetta di Punta Campanella – ha auspicato che, effettuata la necroscopia, avvenga la musealizzazione nella stessa Sorrento. Le valutazioni post mortem sul cetaceo serviranno ad approfondire le conoscenze sulle caratteristiche della specie e dell’esemplare stesso, grazie all’aiuto degli studiosi del museo di storia naturale di Milano e dell’Istituto di Ricerca Tethys.
Rosalba Gugni presidente di Mare Vivo, si è unita nella richiesta di che la balena rimanga a Sorrento ricordando che l’arrivo della balena proprio a Sorrento ha una valenza simbolica fortissima dato che si racconta che il patrono Sant’Antonino abbia salvato un bambino ingoiato da una balena.
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