A Roccaraso torna l’orso Juan Carrito e di nuovo ha scelto un cane come compagno di giochi tra la neve. A pochi passi dai due che si rotolano nella neve il proprietario del cane che lo aveva lasciato senza guinzaglio.
Solo qualche giorno fa era stato pubblicato un video che ritraeva Juan Carrito che si avvicinava di notte ad un cancello dove lo stesso cane che si vede nelle immagini diffuse tra la neve, abbaiava alla vista del plantigrado.
Juan Carrito ancora una volta è stato immortalato con stupore mentre chi aveva lo smartphone tra le mani continuava a ripetere che era bellissimo e che era un cucciolotto. Inquientanti le immagini che ritraggono l’orso, che chiaramente è davvero bellissimo, anche perchè continua a mantenere una stazza molto grande rispetto all’età che ha, a solo pochissimi metri da un uomo. Anche perché questi, quasi sembra ignorare la pericolosità che invece potrebbe avere il suo incontro ravvicinato con un plantigrado. La mancanza di diffidenza verso gli umani e la frequeentazione del centri abitati fanno di Juan Carrito un orso “confidenziale” mettendolo a rischio di venir messo in condizione di non potersi più avvicinare.
Juan Carrito, una volta lasciato dalla madre in alta montagna, ha scelto di vivere a Roccaraso attratto dal cibo. Ama frutta, miele e più di una volta è stato “sorpreso” a caccia di polli e galline dentro le stalle della Marsica.
I carabinieri del reparto parchi, guardie parco, tecnici e veterinari del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e carabinieri forestali e ora personale del Parco della Majella sono i professionisti che sanno cosa fare per dissuaderlo, per allontanarlo, per evitare che attraversi strade e superstrade, ma una vera e propria “lotta”. Residenti e turisti che lasciano cibo in ogni dove. E così tra cassonetti strabordandi di cibo di ogni genere, sono spuntati anche punti in cui viene lasciato cibo all’orso.
Quando poi è stato catturato di nuovo e portato in montagna per evitare il suo incontro con i turisti arrivati in migliaia a dicembre, c’è stato anche chi è andato a indicargli la strada per tornare con tanto di cumuli di crocchette per cani.
Un’ordinanza che vieta di avvicinare l’animale, di filmarlo e di dargli del cibo c’è. Il problema è che non c’è chi fa le sanzioni a chi non la rispetta. Non c’è niente da fare. Juan Carrito continua ad essere trattato come l’orso dei cartoni animati. E chi lo riprende e chi lo avvicina (c’è stata anche la spasimante che gli ha gridato “io lo amo lo voglio toccare”) non capisce che l’istinto di un orso, confidente che voglia essere, è quello selvaggio della natura, quindi pericoloso. Se Juan Carrito dovesse, anche per gioco, ferire qualcuno la sua libertà sarebbe a rischio. Chi dice di non temerlo e di amarlo dovrebbe capirlo proprio per l’orso.
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