In Austria il primo avvoltoio bionico al mondo: zampa amputata sostituita con una bionica

23/06/2021

Si chiama Mia ed e’ il primo avvoltoio con protesi al mondo. Appena nato, al cucciolo d’uccello austriaco, appartenente alla rara specie di avvoltoi barbuti, era stata amputata la zampa destra a causa di un terribile incidente. La sua caviglia si era impigliata tra le fibre di lana di pecora del nido e la zampa era andata in necrosi. E’ la prima volta che un impianto bionico viene impiantato su un uccello e l’incredibile risultato, ottenuto da un team della Medical University of Vienna guidato da Oskar Aszmann, e’ pubblicato su Scientific Reports. Le zampe degli avvoltoi barbuti sono fondamentali per atterrare, camminare e catturare le prede. Nella fase di progettazione dell’arto protesico, gli esperti hanno pensato a qualcosa fosse abbastanza resistente ma al contempo che lasciasse che l’uccello afferrasse la preda, camminasse e potesse atterrare. La tecnica utilizzata e’ nota in medicina come osteointegrazione. Grazie a questa tecnica, le parti esterne della protesi sono direttamente collegate ad un ancoraggio osseo che ne garantiscono l’adesione allo scheletro. La zamba bionica e’ un cilindro di gomma nera che conferisce all’uccello trazione e stabilita’. Inoltre, l’impianto ha anche lo scopo di ridurre al minimo la sua torsione evitando di danneggiare ulteriormente la zampa. Spiega Aszmann: “Questo concetto offre un alto grado di incarnazione, poiche’ l’osteopercezione fornisce un feedback intuitivo diretto, consentendo cosi’ l’uso naturale dell’estremita’ per camminare e nutrirsi. Per la prima volta abbiamo ricostruito con successo bionicamente l’arto di un avvoltoio”. Mia e’ stata sottoposta ad anestesia generale per un paio d’ore, ma la riabilitazione e’ iniziata poco dopo l’operazione. Mia ha fatto i primi tentativi di camminare dopo appena tre settimane e oggi il gipeto puo’ atterrare e camminare usando entrambe le zampe. Gli avvoltoi barbuti sono considerati una specie rara a a rischio. Ne rimangono in vita poche centinaia di esemplari, il loro numero e’ stato gravemente ridotto dai cambiamenti climatici e da minacce causate dall’attivita’ umana, come collisioni con cavi elettrici e parchi eolici. (AGI)

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