E’ passata una settimana da quando Roberto Straccia, lo studente universitario 24enne originario di Moresco, ora residente a Pescara, è scomparso durante il percorso che faceva solitamente quando andava a correre. Le ricerche continuano senza sosta e a dare un ulteriore supporto ai carabinieri, sono scesi in campo anche i cani molecolari che hanno fiutato le tracce del giovane fino a piazza Primo maggio, dove il ragazzo era solito fare una sosta prima di tornare indietro e verso la Riserva danunziana.
I cani molecolari, in grado di rintracciare piccolissime molecole appartenenti alla persona da trovare, sono stati utilizzati anche nei casi di Yara Gambirasio e di Melania Rea.
Per le ricerche di Roberto sono stati fatti intervenire due cani del Corpo nazionale soccorso alpino, la cui attendibilità, dicono gli esperti, si aggira intorno al 60% e sulla quale influiscono anche agenti esterni. Il cane riesce a fiutare le tracce umane, dopo aver annusato un ‘campione’, fino a molti giorni dopo. Ma le possibilità diminuiscono in caso di vento o pioggia (e di vento ce n’è stato molto in questi giorni lungo la costa pescarese) che disperdono le molecole, da considerarsi come una sorta di coriandoli che vengono spinti magari anche fuori dal tragitto originario.Questo tipo di cane utilizzato per le ricerche di Roberto è chiamato Bloodhound, detto anche cane da sangue, è un animale pesante e piuttosto massiccio, ha un’andatura lenta e imponente. Ha l’olfatto più sviluppato di altre razze e negli Stati Uniti è da tempo utilizzato nelle unità cinofile per ritrovare evasi e fuggitivi. In Italia il loro impiego è stato introdotto da un paio di anni e al momento solo il Soccorso Alpino ne dispone e li utilizza soprattutto per trovare le tracce di dispersi il cui percorso è sconosciuto.
Fonte: www.primadanoi.it
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