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Gatto agli “arresti domiciliari” per aver aggredito una vicina: il sindaco lo mette agli “arresti domiciliari”

29/07/2014

Maometto diceva che Allah ha creato il gatto per darci l’emozione di accarezzare una piccola tigre. E come una tigre si è comportato un gatto di Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia che giorni fa ha morso con ferocia una vicina di casa. La signora ha sporto denuncia e il sindaco ha emesso un’ordinanza che costringerà il micio a una quarantena presso il domicilio del suo proprietario per appurare che non sia portatore di malattie trasmissibili all’uomo.
Lo stesso primo cittadino di Casalgrande non nasconde la bizzaria della situazione: “Effettivamente — ha dichiarato al Resto del Carlino — capisco che firmare e leggere un’ordinanza per fermare un gatto può suscitare ilarità. Ma questo è l’iter da seguire.
Il regolamento comunale di igiene pubblica in effetti parla chiaro e obbliga il proprietario dell’animale a tenerlo in quarantena. A quel punto i veterinari dell’Ausl devono effettuare dei controlli per accertare se la bestiola possa essere veicolo di malattie infettive pericolose per l’uomo: “Quando un animale a sangue caldo morde — spiega un veterinario — in base ad una Legge del ’54 dobbiamo mettere sotto controllo l’animale, per accertare che non abbia trasmesso malattie, come la rabbia, che in Italia abbiamo debellata da tempo ma potrebbe ripresentarsi”. Il caso di Casalgrande può destare ilarità ma si tratta di normale amministrazione: “Non è un provvedimento straordinario ma assolutamente normale. Nove volte su dieci ad essere morsi sono i postini o i bambini, che prendono in braccio l’animale che poi per liberarsi può mordere”. Non è dato sapere cosa avesse fatto la signora per scatenare l’aggressione felina.


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