Il portale dedicato
al mondo degli animali
Online
dal 2010

Patrocinato 
dall’Ente 
Nazionale 

Protezione 
Animali 

Con il patrocinio di ENPA

Cinghiali a Porta di Roma e in città. Rifiuti abbandonati e recinzioni diveltela causa. Enpa: seria politica di raccolta differenziata e  i metodi ecologici

06/09/2022

Rifiuti lasciati marcire in strada anche per una settimana, recinzioni divelte, cementificazione, pressione venatoria nelle aree verdi, mancata applicazione dei metodi di prevenzione ecologica previsti dalla legge 157/92 in materia di protezione della fauna selvatica. Sono queste le cause che spingono i cinghiali – in genere madri con i loro cuccioli – a “visitare” con particolare frequenza alcune aree urbane della Capitale, specie quelleIl piano di Roma per contrastare l'invasione di cinghiali e la peste suina situate nel quadrante settentrionale della città. Ciò che da alcuni mesi sta accadendo, per esempio, a Porta di Roma, un quartiere residenziale collocato tra i polmoni verdi del Parco delle Sabine e della Riserva Naturale della Marcigliana è un esempio paradigmatico di quanto l’incuria e la cattiva amministrazione pesino sulla gestione delle situazioni faunistiche.
Fino a due anni fa, infatti, a Porta di Roma non c’era una vera emergenza cinghiali. Qualche sporadico avvistamento, ma nulla di eccezionale, considerando peraltro la contiguità del quartiere con le due aree verdi. Poi la scellerata gestione dei rifiuti vista con la precedente amministrazione, e che ancora non è stata portata a soluzione da quella attuale, ha alterato l’equilibrio tra animali e territorio. Nelle zone interessate dalla presenza degli ungulati, i rifiuti vengono lasciati marcire per strada anche per una settimana prima che qualcuno si degni di raccoglierli e di svuotare i cassonetti. Ad aggravare la situazione l’inciviltà di alcuni cittadini che non si fanno troppi scrupoli ad abbandonare l’immondizia per strada, creando enormi cumuli che rappresentano una minaccia anche per l’igiene pubblica. «Per i cinghiali – spiega Enpa – l’area di Porta di Roma è un grande ristorante a cinque stelle che offre piatti gustosi e prelibati a costo zero. È evidente che una tale disponibilità di cibo finisca per attirarli nelle abitate dove trovano una sovrabbondanza di risorse. Sarebbe innaturale il contrario». Peraltro, è noto che i cassonetti vengono utilizzati anche per smaltire mobilio di vario genere e varia fattura, materassi, televisori, frigoriferi e perfino dispenser commerciali.
C’è poi la questione delle recinzioni. Vaste aree del Parco delle Sabine ne sono del tutte prive, altre – specie quelle in prossimità del viadotto Gronchi – sono circondate da una recinzione.24zampe | Roma, cinghiali tra i rifiuti davanti a una scuola a Monte Mario Peccato che essa sia divelta in più punti, risultando quindi del tutto inutile. «Ricordiamo ancora una volta, l’ennesima, che se nella Capitale si verificano situazioni problematiche nella coesistenza tra uomini e selvatici, la responsabilità – aggiunge Enpa – non è degli animali ma degli amministratori che nulla fanno per prevenire tali situazioni e per porvi rimedio. Se il Comune – assieme alla regione e gli enti Parco – intende realmente risolvere tali problemi, nel quartiere di Porta di Roma come in altre aree della città, attui una seria politica di raccolta differenziata dei rifiuti, con un vero “porta a porta” e applichi quei metodi di prevenzione ecologica che sono obbligatori per legge».
«Se qualcuno pensasse di sfruttare le inadempienze dell’amministrazione capitolina per invocare le fucilate contro gli ungulati, che in quanto fauna protetta, sono patrimonio indisponibile dello Stato, sappia che agiremo in tutte le sedi competenti per fermare una iniziativa eticamente deprecabile – conclude l’associazio


Categorie: Varie