Tutti i media hanno diffuso la drammatica notizia di Roma, dove un uomo di 43 anni è stato ucciso dal suo cane, un meticcio di grossa taglia mentre lo aveva portato fuori per una passeggiata. In questi casi si creano si creano due fazioni opposte che attribuiscono la colpa del comportamento aggressivo dell’animale o al proprietario o al cane. La verità è un’altra e va cercata nella situazione in cui è scattata l’aggressione in questo caso mortale.
Ci vengono in aiuto le testimonianze di chi era sul posto ed è intervenuto per primo cercando di salvare l’uomo ormai in un lago di sangue dopo aver tentato invano di difendersi dai morsi del suo cane per più di un quarto d’ora.
Come riferito dagli abitanti della zona sembrerebbe che il cane si sia innervosito per la presenza di un gregge di pecore nell’area verde dove stava sgambando. Probabilmente, ma per ora è solo un’ipotesi, a guardia degli ovini ci sarebbe stato un cane maremmano. Tra i due sarebbe scoppiata una zuffa che, vista la potenza dei due cani, avrebbe spinto il proprietario del meticcio a mettersi in mezzo per evitare il peggio.
Un proprietario è spesso portato – sbagliando – a provare a dividere i due animali, cercando di riflesso di afferrare il cane che conosce meglio, il proprio.
Un errore, perché quando un cane sta affrontando un altro cane, vede solo avversari da abbattere. Addirittura è facile essere morsi dal proprio cane anche solo “spuntandogli” da dietro mentre gioca con un bastone, con una pallina. Figuriamoci quando sta lottando con un altro animale. Sempre secondo il racconto di chi conosceva bene la vittima e il suo animale ed è accorso sul posto negli istanti successivi alla tragedia, il cane avrebbe morso l’avambraccio del padrone, quello sinistro, recidendo così l’aorta. Inutile, come avrebbe provato a fare l’uomo, colpire l’animale sulla testa con una pietra facendolo inferocire ancora di più.
Questa terribile disgrazia non ha colpevoli perché il cane non voleva aggredire il suo proprietario ma solo chi gli stava impedendo di difendersi. L’uomo voleva solo salvare il suo cane ma in modo sbagliato.
Una disgrazia che poteva essere forse evitata se il cane fosse stato condotto al guinzaglio verso un area cani dedicata.
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