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Cane a catena con collare a punte, condannati padroni. Ora Lilla potra' essere adottata

27/10/2016

“Dopo 4 anni di sofferenze e 2 di canile, Lilla, una meticcia di pastore tedesco, puo’ sperare in una nuova famiglia: non tornera’ nelle mani dei suoi aguzzini che la tenevano a catena con un collare di ferro a punte conficcato nel collo. Uno vero e proprio strumento di tortura fatto apposta perche’ ogni tentativo di liberarsi peggiorasse la situazione”.
Lo spiega l’Enpa sezione di Pistoia che, in qualita’ di custode, ha ricevuto l’informazione che il Tribunale di Pistoia ha condannato con rito abbreviato, padre e figlia, per maltrattamento di animali obbligandoli a pagare 7200 euro di multa piu’ la confisca del cane.
“Una sentenza importante – spiega l’Enpa -, che segna un passo avanti nel lento cammino verso il riconoscimento dei diritti degli animali. A fine agosto 2014, gli operatori dell’Enpa di Pistoia, facendo un controllo  in un allevamento della montagna pistoiese, si erano trovati di fronte ad una scena terribile: una meticcia di pastore tedesco tenuta a catena con un collare di ferro, stretto attorno al collo, le cui punte ritorte penetravano nella carne dell’animale che era sanguinante e infetto. Il cane aveva 40 gradi di febbre ed emanava un odore nauseabondo a causa dell’infezione causata dalle punte di ferro penetrate nella carne viva. L’allevatore si era difeso dicendo che il cane non apparteneva a lui ma alla figlia e che era legato alla catena perche’ era particolarmente vivace. Gli operatori dell’Enpa avevano chiamato immediatamente la Polizia Municipale che era intervenuta prelevando l’animale per trasferirlo al Canile Sanitario di Pistoia ed operarlo con la massima urgenza. Un’operazione molto delicata durata delle ore”.  (ANSA).


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