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Animali e crisi economica. In Gran Bretagna cresce il fenomeno degli abbandoni di animali domestici per le ristrettezze finanziarie delle famiglie

03/11/2011

Era il 2010 quando in Inghilterra cominciavano a verificarsi molti abbandoni di toy dogs. L’associazione animalista Charity Blue Cross  ne aveva raccolti 177, più del triplo rispetto ai 53 del 2006 e la Dogs Trust, la più importante associazione animalista inglese, in un solo anno aveva registrato un aumento del 44% di abbandoni, passati dai 285 del 2009 ai 409 del 2010, “con arrivi purtroppo giornalieri al punto che dopo i primi sei mesi del 2011 siamo già a 149 toy dogs riportati indietro”
Brutte notizie arrivavano anche dall’altra parte dell’Oceano. A Los Angeles e a San Josè i chihuahua rappresentavano ormai il 40% degli animali lasciati nei canili. Il boom dei toy dogs era stato il risultato della combinazione di moda e benessere. Chi li aveva acquistati pensava che il costo del loro mantenimento fosse proporzionale alle loro dimensioni ma naturalmente non è così. Con l’arrivo della crisi i primi a farne le spese sono stati quei cani comprati come un accessorio di moda e non per il loro essere cani.
Il fenomeno purtroppo non sembra regredire anzi, con l’acuirsi delle difficoltà economiche, come riporta il Guardian, in Gran Bretagna sta interessando tutti i cani, i gatti e gli animali domestici che rischiano l’abbandono per le ristrettezze che i loro proprietari si trovano ad affrontare.
Per le molte famiglie che stentano ad arrivare alla ”quarta settimana”, il cibo, le cure veterinarie possono diventare una spesa non più sostenibile e tanti proprietari scelgono di rinunciare alla compagnia del proprio animale o lesinare sulle sue necessità.
I rifugi per cani e gatti senza più un padrone sono alla saturazione come mai avvenuto prima.Gli animalisti denunciano che sono sempre più i proprietari di animali domestici che decidono di abbandonarli in strada o li affidano alle associazioni e ai veterinari perché trovi loro una nuova famiglia.
L’associazione Dog Trust, ad esempio, ha rilevato che nel Regno Unito il numero di cani randagi o abbandonati ha raggiunto quota 11 milioni nel 2011 e che ogni giorno sono circa 20 gli animali domestici lasciati nei rifugi pubblici o privati. La causa principale di questi abbandoni, il 56% secondo Dog Trust, sarebbe da imputarsi ai problemi abitativi delle famiglie. Le cifre sono confermate anche dalla Croce Blu (Blue Cross), Sarah Bussell, direttrice del centro della Croce Blu a Tiverton nel Devon, ha riferito di aver visto proprietari di animali disperati lasciare fuori dalla porta i loro amici a quattro zampe dopo essersi dovuti trasferire in abitazioni più piccole o in affitto non essendo più in grando di mantenere le precedenti abitazioni.
Calano le donazioni alle associazioni animaliste ed è difficile anche riuscire a dare gli animali in adozione per il numero sempre più esiguo di persone in grado di accoglierli.
La Trust Dog spera attraverso una campagna di adozioni di ridare fiducia a chi ama gli animali ed evitare che quando c’è un problema, quale che esso sia, ad andarci di mezzo siano sempre i più deboli e indifesi. Ferma restando l’autorevolezza delle fonti, resta difficile accettare che il Regno Unito, un Paese da sempre un esempio per l’amore e il rispetto verso gli animali, sebbene coinvolto nella crisi finanziaria mondiale, abbia una simile reazione nei confronti dei suoi pets. Noi italiani che faremo?


Categorie: Animali e Cultura