Le proteste e le petizioni seguite alla strage di cani avvenuta a Sciacca pochi giorni fa non sono servite a nulla perché non si ferma la strage di randagi in Sicilia. E’ di ieri la notizia di due cuccioli avvelenati nei pressi del Parco archeologico di Selinunte.Uno dei cagnolini è morto, l’altro è stato salvato dai volontari dell’Enpa e dal personale del parco archeologico. Altri sei cagnolini, della stessa cucciolata, sono scomparsi così come altri due cani adulti. Non un branco famelico ma una famigliola che poteva e doveva essere protetta e salvata da una fine atroce se solo le istituzioni si impegnassero maggiormente a controllare il territorio. Ma forse non basterebbe per fermare tanta crudeltà gratuita. Non è infatti il primo caso di avvelenamento di cani a Selinunte. L’ultimo risale allo scorso 1 marzo quando nella zona di via Cavallaro sono stati trovati morti due randagi che non potevano andare ad incrementare la popolazione dei cani vaganti perché erano microchippati e sterilizzati.
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