Prima che i riflettori si spengessero sui Giochi Olimpici di Sochi, luci che non hanno mai illuminato la tragedia dei randagi vaganti intorno al Villaggio Olimpico in cerca di cibo e un po’ d’affetto, per quattro di questi cani si è accesa una buona stella.
Ali Fedotowsky, attrice inviata come corrispondente del canale televisivo “E” non ha potuto fare a meno di avvicinarsi a quei cani disperati e vedere l’angoscia nei loro occhi. Prima di partire ha voluto salvarne almeno due. A dare il benvenuto ai nuovi arrivati sul suolo americano, l’attrice Katherine Heigl con la madre, che hanno atteso Ali e i due “rifugiati” all’aeroporto di Los Angeles. I due cani, battezzati per l’occasione Sochi e Adler, verranno accuditi dalle due donne presso’associazione Heigl Foundation Jason Debus fondata dalla stessa Katherine.
I cuccioli rimarranno in quarantena prima di trovare una nuova casa: la femminuccia Adler è piena di vita ma ha un po’ di tosse, l’altro, Sochi, affetto dalla parvovirosi, verrà curato fino al recupero totale.
Dopo gli atleti amaricani Gus Kenworthy e Lindsey Jacobellis, anche David Backes, giocatore dei St. Louis Blues, ha portato a casa con sé due dei randagetti che si presentavano quotidianamente presso l’alloggio delle squadre a stelle e strisce. Ribattezzati Sochi Junior e Sochi Jake, hanno colpito l’atleta nel profondo, in particolare per la disperazione con cui mendicavano quotidianamente un po’ di cibo e amore. Al momento della partenza David ha deciso di portarli negli USA: superata la burocrazia, i cani hanno affrontato un viaggio di 13 ore. Ora, passata la quarantena, potranno raggiungere l’atleta presso la sua abitazione in Missouri.
Il Villaggio Olimpico ormai è vuoto ma l’ondata di indignazione e condanna arrivata alle autorità locali attraverso internet e la solidarietà dimostrata da atleti e addetti ai lavori verso queste bestiole innocenti, hanno fatto moltiplicare anche a Sochi le iniziative per salvare i randagi dando un segnale positivo contro l’ottusa politica della strage messa in atto in troppi Paesi dell’Est.
Foto: Twitter @meganekay
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