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A Taranto cucciolo di tre mesi lapidato e soffocato. Solo crudeltà o mente malata?

21/03/2012

Orrore a Taranto. I volontari dell’Ente Nazionale Protezione Animali hanno trovato, in zona Tamburi non lontano dal fiume Galesa, il corpo senza vita di un cucciolo di meticcio di circa tre mesi, ucciso brutalmente dopo essere stato lapidato, soffocato con una corda e quindi trascinato sul terreno per alcuni metri. Sul posto sono accorsi anche agenti della Polizia di Stato e personale veterinario della Asl che ha ricostruito la dinamica; al momento non ci sono ancora sospetti sul possibile autore di un gesto così efferato.
«Siamo agghiacciati per l’accaduto. Il corpo del povero cagnolino è stato massacrato con una ferocia, con un’efferatezza, con una spietatezza che lasciano attoniti. Personalmente, non ho idea di chi possa aver compiuto un crimine così barbaro che unisce la crudeltà al sadismo, anche se penso che nessuna persona sana di mente avrebbe potuto compiere un gesto simile.», commenta Rosanna Pisani, presidente della Sezione Enpa di Taranto. «Quel che è certo è che presenteremo denuncia alla Procura di Taranto per maltrattamento e uccisione di animali; con l’occasione mi appello a tutti i possibili testimoni affinché ci aiutino a dare un nome e un volto al criminale.»
A breve distanza dal corpo del povero meticcio, i volontari dell’Enpa hanno trovato altri tre cuccioli, probabilmente fratelli della vittima, che, fortunatamente non presentavano alcun segno di maltrattamento e sembrano essere in buone condizioni di salute. In attesa che vengano adottati, i cani sono stati presi in custodia dalla Protezione Animali.
«Di fronte a questo nuovo, terribile, episodio di violenza ai danni di un “trovatello” non posso che rabbrividire – aggiunge Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa -. Ancora una volta mi vedo costretta a richiamare le istituzioni locali, responsabili per gli animali vaganti sul loro territorio, ai loro doveri in materia di prevenzione e controllo del randagismo. Ai sindaci, troppo spesso inadempienti su questo fronte, vorrei ricordare che gli animali sono parte integrante del nostro tessuto ed ecosistema urbano.»
Già in passato la zona di Tamburi era stato teatro di maltrattamenti contro gli animali. Il caso più eclatante due anni fa quando i volontari dell’Enpa salvarono in extremis un cane da un tentativo di annegamento.
Come evidenziato dalla presidente della Sezione Enpa di Taranto questa ferocia contro animali indifesi fa pensare all’opera di una mente molto disturbata.
La reazione violenta alla vista della debolezza e dell’inermità che si manifesta, ad esempio, come violenza nei confronti dei bambini,  delle persone più deboli e anche degli animali, – afferma lo psicologo Stefano Pischiutta – origina e ha un corrispettivo in una analoga reazione oppressiva e persecutoria di un super-io disfunzionale nei confronti di una parte debole, “bambina”, che abita il sé. La messa in atto della violenza ha una funzione catartica per quel super-io, che in tal modo può esprimere il male fuori invece di doverlo fare apertamente aggredendo il sé infantile. È più comodo produrre il male all’esterno e, dentro casa propria, mantenere uno status-quo, una facciata di perfezione, inattaccabile al senso di colpa e alla conseguente riparazione. 


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