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A Pechino gatti randagi “arruolati” per cacciare i topi dalla Citta’ Proibita

01/03/2014

I gatti hanno vissuto da sempre nei palazzi e per le vie della della Città Proibita di Pechino. Compagni di principi e imperatori hanno visto il declino di potenti dinastie finendo reietti a vagare per sale vuote e nutrendosi di rifiuti e topi.
Ora che i loro nobili proprietari sono spariti, i piccoli felini di palazzo sembrano aver ritrovato un ruolo e qualcuno che si prenda cura di loro.
I funzionari incaricati di sorvegliare la Città Proibita e preservare i documenti contenuti al suo interno, hanno deciso di introdurre nel perimetro del palazzo circa 200 gatti con il compito di tenere lontani i ratti da tele e pergamene custodite nella cittadella imperiale.
I gatti randagi non sono molto ben visti a Pechino, in occasione delle Olimpiadi del 2008 fu fatta una vera strage e molti continuano a finire sulle tavole dei cinesi.
I curatori del museo hanno preso in carico 200 gatti dichiarandoli di proprietà dello Stato. Di questi 180 sono stati sterilizzati – come riferisce l’agenzia di stampa Xinhua – e impiegati come sorveglianti nelle aree museali. Alcuni di loro potrebbe anche essere discendenti degli antichi felini reali, dice il direttore del museo Ma Guoqing.
“Si tratta di un potente deterrente per i topi che si aggirano nel museo e non abbiamo trovato un solo pezzo delle opere conservate che fossero state danneggiate dagli artigli del gatto”, dichiara il direttore. Il museo vaccina i gatti , li cura e permette loro di rimanere all’interno per ripararsi dalle intemperie. 
Ma Guoqing aggiunge: “Abbiamo deciso di sterilizzare i gatti perché il loro riprodursi avrebbe costituito un fastido per i visitatori , anche per la difficoltà di raccogliere i loro escrementi” .
Da un sondaggio della Xinhua è emerso che a Pechino ci sono circa 500.000 gatti randagi. Una gatta può avere dalle tre o quattro cucciolate ogni anno dando vita a  nuovi gatti randagi. I funzionari governativi, hanno fatto sapere che nella capitale cinese è in atto una campagna di sterilizzazione di massa, grazie ad un progetto nato dalla collaborazione tra ONG e uffici amministrativi locali.


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