Il Circo Martini è arrivato a Parma preceduto dalle polemiche per la tragica fuga della sua giraffa Aleksandre, un cucciolo maschio di 4 anni, morta dopo una doppia dose di narcotici sparati nelle sue vene per catturarla. Nella città, ad attendere i circensi, oltre alle polemiche anche l’ordinanza del Sindaco che vietava l’utilizzo di animali feroci negli spettacoli.
Il titolare del circo, Aldo Martini, ha comunque dubuttato con la partecipazione, tra gli altri, di uno squalo, di pellicani e di vari rettili, compreso un alligatore che, esattamente come la povera giraffa Aleksandre, ha mostrato di non gradire affatto l’impiego sotto il tendone, tentando la fuga verso gli spalti degli spettatori.
L’ammaestratore ha fatto appena in tempo ad acciuffarlo per la coda prima che sparisse sotto le tribune. Nessun pericolo secondo Martini che ha dichiarato: “Nessun fuori programma, lo sketch fa parte dello spettacolo con l’alligatore e va in scena tutte le sere”
Ma le immagini dell’alligatore che si dirige verso il pubblico riprese da Repubblica.it, sono state pero’ sufficienti per far esplodere una nuova polemica sugli spettacoli circensi. Michela Vittoria Brambilla, parlamentare Pdl fondatrice della Federazione Italiana Associazioni Animali e Ambiente, accusa il circo Marini di ‘arroganza e disprezzo’.
“Il circo ha solo inteso prendere in giro il sindaco e i cittadini di Parma – sostiene la parlamentare – e dovrebbe essere chiamato a rispondere per la violazione dell’art.650 del codice penale”. Accuse che il titolare del circo, Aldo Martini, respinge al mittente sostenendo di aver rispettato alla lettera l’ordinanza comunale. “C’era scritto che non potevano utilizzare animali feroci come tigri, leoni ed elefanti. Cosi’ e’ stato: questi animali esotici si possono vedere solo nel parco zoo. Noi comunque aspettiamo fiduciosi il ricorso del Tar che ci dara’ ragione. Il Tar invece ha respinto il ricorso.
All’esterno del circo, per garantire la sicurezza, c’erano numerose pattuglie della Polizia Municipale di Parma, spettatori sotto il tendone invece, molto pochi.
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