Un quarantenne di Momo, in provincia di Novara, agli arresti domiciliari, non ha esitato un attimo, per amore del suo cane gravemente ferito da un altro cane, a lasciare il proprio domicilio per portare il suo cucciolo in fin di vita dal veterinario.
Il suo barboncino era uscito a passeggio con il padre dell’uomo ma all’improvviso il cane di un vicino lo aveva aggredito ferocemente. Quando il padre era tornato a casa con il cagnetto sanguinante tra le braccia, il proprietario non aveva avuto esitazione e, dopo aver chiesto ai familiari di avvisare i carabinieri della sua uscita, accompagnato in auto dal padrone del cane aggressore del suo cucciolo, si era recato a Oleggio, paesino distante solo pochi chilometri, dove però il veterinario non era riuscito a salvare il barboncino. Dopo il grande dolore per la perdita del suo quattrozampe era arrivata anche la denuncia dei carabinieri locali che non avevano voluto sentire ragioni e lo avevano accusato di evasione.
Sono passati cinque anni da quel settembre 2008 e l’accusa verso l’uomo è caduta perché il giudice, dimostrando sensibilità e buon senso, ha assolto l’imputato riconoscendo la mancanza di una volontà cosciente di violare il provvedimento restrittivo cui era sottoposto.
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