È arrivato in India da clandestino, nascosto in un container navale, una volta al porto è stato subito bloccato in quanto sospetto e possibile portatore di coronavirus. Ora in quarantena, rischia il rimpatrio forzato in Cina.
Non stiamo parlando di una persona ma bensì di un micio (o micia) giunto da un paio di settimane al porto di Chennai (India) e diventato oggetto di un’accesa diatriba animalista che vede gli animalisti della PETA indiana decisamente sul piede di guerra per la sua liberazione.
Tasto dolente della vicenda riportata dall’Hindustan Times è la motivazione che spinge le autorità portuali a ritenere l’animale infetto da covid-19 quando non esistono prove scientifiche che i felini possano davvero contrarlo.
Una lettera alle autorità portuali di Chennai, firmata dal veterinario Rashmi Gokhale (sempre della PETA) che ribadisce la tesi: «Un gatto non può avere il coronavirus», potrà fare la differenza?
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