«Se la vera preoccupazione delle Regioni fosse quella di garantire la tutela della biodiversità e la sicurezza e l’incolumità delle persone, esse dovrebbero limitare fortemente l’attività venatoria, che al 31 dicembre 2018 (dati associazione Vittime della Caccia) ha causato ben 65 vittime, tra morti (16) e feriti (49). Non dovrebbero certo chiedere mano libera per sparare a lupi e orsi».Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali, che aggiunge: «La richiesta delle “regioni alpine” è alquanto surreale, e lo è anche la dichiarazione secondo cui vi sarebbero esemplari in soprannumero: invece di alimentare allarmismo e generare confusione, si affidino al mondo scientifico che, come fa da anni, riesce ad ottimizza la convivenza tra fauna selvatica e allevatori/agricoltori».
«Per alcuni amministratori, lupi e orsi sono solo un mezzo per raccogliere consensi facili. Così, invece di promuovere la convivenza e l’applicazione degli strumenti di prevenzione, preferiscono terrorizzare la popolazione. Il “gioco” dura da tempo, tuttavia esso non porta da nessuna parte: le regioni hanno già provato ad approvare leggi per la “gestione autonoma” di orsi e lupi ma sono state impugnate da questo governo».
Invece di continuare a lavorare su progetti fallimentari, le regioni alpine, rispettino lo Stato, il Ministero dell’Ambiente, i cittadini: la fauna selvatica, infatti è patrimonio della comunità, non certo una “proprietà” delle Regioni.
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