Il proprietario di un prestigioso allevamento di bracchi italiani nel genovese è stato sorpreso e denunciatato all’autorità giudiziaria dagli uomini della Guardia Forestale del Nucleo benessere animali di Genova per aver mozzato le code a a due cani di sei mesi di vita.
La caudotomia, che consiste nell’amputazione di parte della coda, puo’ essere praticata nella prima settimana di vita da un veterinario che assumendosene la responsabilita’ ne constati l’esigenza per il benessere dell’animale. Non puo’ essere praticata per motivi estetici tantomeno da persone non qualificate.
La consuetudine di tagliare le code è una pratica molto diffusa nei cani da caccia, particolarmente nei bracchi.
Con gli uomini della Forestale, il noto allevatore si sarebbe giustificato dicendo che se ai bracchi non si taglia la coda non si vendono, incurante del modo barbaro con cui aveva proceduto all’amputazione, gli elastici o bendaggi esterni infatti causano dolore e stress acuti ai cuccioli.
Nell’allevamento erano presenti una quarantina di esemplari, tutti con la coda tagliata ma la caudotomia era stata praticata molto tempo prima rendendo impossibile determinare l’età dei cani al momento dell’operazione.
L’Italia, nella legge di recepimento della Direttiva europea che prevedeva il divieto di taglio di code, orecchie e corde vocali, non ha specificato la possibilità di potere eseguire tali interventi. Secondo la Direttiva, in mancanza di ciò, sono vietati. L’ inosservanza delle normative previste per queste problematiche è sanzionata dall’art.544 ter. del Codice penale e punita con reclusione da 3 mesi a 1 anno o con multa da 3.000 a 15.000 euro.
L’allevatore è stato denunciato per maltrattamento di animali mentre i due cuccioli sono stati sequestrati e affidati alle cure di un veterinario.
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