La storia di Tenny, gattina che attende imperterrita col sole e con la neve il ritorno del suo umano, serve proprio a smentire quanti siano ancora convinti del legame dei gatti con la casa ma non con il proprietario. Tenny è lì, davanti all’ingresso dell’ospedale e guarda speranzosa che la porta. E’ come se si aspettasse che da un momento all’altro da quelle porte a vetri uscisse una persona cara, forse il suo padrone. Che forse in ospedale ci è entrato e non è mai più tornato a casa. È da parecchio tempo che Tenny ha fatto dell’ospedale la sua casa. I dipendenti dell’azienda sanitaria l’hanno notata ancora lo scorso inverno quando, incurante del freddo e della pioggia, la gattina ha continuato a sorvegliare l’ingresso della struttura. Una presenza che ha commosso tanti lavoratori che hanno adottato la gatta (video). Ribattezzata Tenny, diminutivo di tenacia. C’è stato chi ha portato una cuccia, in modo da fornirle un riparo nel giardinetto dell’ospedale. Altri le forniscono tutti i giorni di cibo e acqua. C’è stato chi l’ha portata dal veterinario per farla sterilizzare.
E c’è stato chi le aveva pure trovato una casa, una famiglia pronta ad accoglierla. Niente da fare Tenny ha resistito per un paio di giorni nella sua nuova sistemazione poi è scappata. Per ritornare davanti alla portineria dell’ospedale, tenace e risoluta nella sua perenne attesa di rivedere colui o colei che, con ogni probabilità, in questo mondo non c’è più. Tenny sembra quasi essere la versione felina di Hachiko, il cane realmente esistito, reso famoso dal film con Richard Gere nei panni del professor Parker Wilson. Hachiko accompagnava ogni giorno il suo padrone alla stazione e continuerà a recarsi in stazione per anni, anche dopo che il professor Parker Wilson era morto, colpito da un ictus. Come Hachi, Tenny non si allontana dal luogo dove ha probabilmente visto per l’ultima volta la persona che tanto ama. Un comportamento che ha commosso il personale ospedaliero. (leggo.it)
Categorie: Curiosità
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