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Giubotti con pellicce spacciate per sintetiche erano invece di cane procione. Sequestrata la merce e denunciato a Milano l’importatore

03/02/2017

La Guardia di Finanza di Verbania ha sequestrato 140 giubbotti con pellicce animali, in particolare di cane procione, ma i cartellini indicavano che la loro composizione era al 100% sintetico. Sono stati trovati in un negozio di proprietà di un di un cinese e, successivamente, nel magazzino di un importatore a Milano. “Questi beni – spiegano le Fiamme Gialle – venivano posti in commercio con l’indicazione sui cartelli della composizione in materiale sintetico, ma accertamenti tecnici hanno consentito di riscontrare come la pelliccia apposta sugli stessi fosse di origine animale, in particolare di cane procione. Un trucco teso a danneggiare i consumatori certi di acquistare un bene diverso da quello che avrebbero effettivamente acquistato”. E’ scatta una denuncia per frode in commercio all’importatore milanese i cui beni erano giunti sino al mercato verbanese.
In Cina i cani-procione vengono allevati per diventare pelliccia usata per ornare le giacche, le stesse giacche vendute anche in Italia. Gli animali vengono ammassati in gabbie dove a malapena riescono a respirare, alcuni si ammalano e vengono destinati alla macellazione. Gli altri subiscono un trattamento atroce che consente di preservare al massimo la pelliccia. Molte aziende di moda, non solo cinesi, usano queste pellicce per confezionare i loro capi: su giacche di pelle o sul bordo del cappuccio dei piumini, anche in Italia arrivano le pellicce di questi cani-procione. Quindi non basta una falsa etichetta per tacitare la coscienza,  controllate con scrupolo se quello che state comprando una volta era un essere vivente.


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